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Un pop corn movie non fedele al testo di Dumas

I tre moschettieri

Puro intrattenimento in 3D targato Paul W.S. Anderson


di Mirko Lomuscio


L’ opera di Alexandre Dumas, Les Trois mousquetaires, rivive di nuovo nella cinematografia attuale, quella fatta di esplosioni e spettacolarità, ma soprattutto quella mossa dalla tecnologia moderna del tre dimensioni.
Affidata la regia al pirotecnico Paul W.S. Anderson (Alien vs. Predator), il film rappresenta un riavvio del franchise degno dei blockbuster moderni, quelli che sfornano dollari a suon di esplosioni e scene spettacolari in epoche lontane (la serie de I pirati dei Caraibi tanto per fare un nome).
La trama ruota attorno ai nostri quattro protagonisti, gli ex moschettieri del re, caduti in disgrazia per via di passate delusioni: Athos (Matthew MacFayden), Porthos (Ray Stevenson) e Aramis (Luke Evans) più il nuovo arrivato D’Artagnan (Logan Lerman) in lotta contro la malvagità criminale del cardinale Richelau (Christoph Waltz) che, assieme all’altrettanto malvagia Milady De Winter (Milla Jovovich), sta attuando un piano per far cadere dal trono il giovane Re Luigi (Freddie Fox). Non mancheranno scontri all’arma bianca ed inseguimenti al disotto e al disopra del cielo azzurro.



In passato il cinema ci ha regalato svariate trasposizioni della nota opera di Dumas, dandoci film mitici incentrati su scontri tra spadaccini bravissimi (I tre moschettieri con Gene Kelly del 1948) o altri basati sulla scanzonata ironia guascona dei suoi quattro protagonisti (I tre moschettieri e sequels diretti da Richard Lester tra gli anni ’70 e ‘80). Non dimentichiamo, poi, i vari recenti tentativi di rinverdire il mito con lungometraggi che guardavano al mondo dei teen ager (I tre moschettieri anni ’90 diretto da Stephen Herek), all’affresco storico dell’epoca (La maschera di ferro con Leonardo Di Caprio) o all’azione sfrenata degli scontri all’arma bianca (il D’Artagnan del 2002 firmato da Peter Hyams).
Ora Anderson, va ben oltre, cercando di realizzare un’opera spettacolare che accontenti tutti i palati, senza alcuno sforzo narrativo e regalando del sano intrattenimento alla base di un qualsiasi pop corn movie.
Il nuovo I tre moschettieri va preso quindi per quello che è. Al regista americano non importa di essere fedele al testo di Dumas ma punta tutto sull'intrattenimento tout court con scene spettacolari e momenti che sconfinano così nell’assurdo che non si può fare altro che apprezzarli (la battaglia tra le navi volanti è qualcosa di ingiudicabile, sia nel bene che nel male).
I personaggi sono tutti belle statuine al servizio di questo canovaccio insipido nei contenuti ma ricco di divertimento. Degli attori, infatti, si ricordano giusto le acrobazie della Jovovich, che, da Il quinto elemento in poi rimane rilegata all’immagine di femmina agile e pericolosa e il look imbarazzante di Orlando Bloom (La maledizione della prima luna), con tanto di capigliatura a banana e pizzetto che dire a punta è dire poco.
Avvertenza: si astengano dalla visione i puristi dell’opera di Dumas, per loro sarebbe una delusione troppo cocente.

giudizio:**

La malvagia e seducente Milady De Winter
Milla Jovovich
Ne "I tre moschettieri"



(Mercoledì 19 Ottobre 2011)


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