 Uno dei migliori della serie Final Destination 5 Debutto alla regia Steven Quale
di Massimiliano Brenna Final destination, una serie che ha fatto di una trama semplice e poco complessa, per non dire schematica, la perfetta cornice per creare qualcosa di incredibilmente divertente. Anche nel caso di questo quinto capitolo lo schema segue alla perfezione i suoi predecessori: Sam (Nicholas D’Agosto), dipendente di un’azienda di marketing, si trova con alcuni colleghi di lavoro a bordo di un pullman costretto a fermarsi sopra un gigantesco ponte, dove prende il via la consueta strage che – degna del 2012 di Roland Emmerich – finisce per rivelarsi un sogno premonitore che gli consente di salvare la sua pelle e quella degli altri passeggeri, in seguito destinati, come da copione, ad essere inseguiti dalla feroce mietitrice. Quindi, tra gli altri, sono la sua ex fidanzata Molly (Emma Bell), Peter (Miles Fisher) e la dolce metà Candice (Ellen Wroe) a correre continuamente il rischio di essere vittime della geniale sequela di morti attuate in circostanze perfettamente studiate per catturare l’attenzione dello spettatore, impreziosite, oltretutto, da un 3D decisamente all’altezza (bellissima la scena della caduta della ragazza verso il mare).

Steven Quale, specialista in seconde unità, che debutta alla regia con questo film si diverte, come un’illusionista, a ridisegnare la serie con abili inquadrature, talvolta premonitrici del fato, talvolta atte a confondere ed ingannare lo spettatore. Infatti, sono gli agghiaccianti fermo immagine che trasformano innocui oggetti, spesso parte della nostra quotidianità, in tremende macchine dispensatrici di morti bizzarre ed improbabili a spingere lo spettatore ad immaginare cosa stia per succedere, finendo spesso per trarlo in errore nel partecipare emotivamente, come se si trattasse di un film interattivo. Alle componenti già collaudate, poi, questa volta si aggiungono novità come “le regole della morte” o la possibilità di scambiare il proprio negativo destino finale con quello di un altro, rubandogli ciò che rimane della sua vita; mentre l’elemento investigativo, rappresentato dal detective della omicidi Block interpretato da un Courtney B. Vance in ottima forma, rischia di coincidere poco con il resto, apparendo come un qualcosa di artificioso che si distacca dalla trama di base. Le uccisioni, tra le più violente e fantasiose di tutta la saga (citiamo soltanto quella dall’epilogo terrificante che avviene in palestra), sono perfettamente congeniate dallo sceneggiatore Eric Heisserer, tanto da conferire all’insieme – tra i migliori episodi della serie – le fattezze di una grande giostra, un immenso ottovolante dal quale non è possibile scendere prima di aver visto l’ultimo frame, il quale non manca di riservare sorprese e di sfoggiare contaminazioni con il disaster movie. Final destination 5 dimostra che anche il trito e ritrito, se sceneggiato e costruito in maniera sapiente e senza troppe pretese, può generare un prodotto divertente e godibile che ci spinge, tra l’altro, ad attendere con ansia una sesta puntata.
giudizio: ***

(Venerdì 7 Ottobre 2011)
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