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![]() L'inutile horror italiano In The Market Esordio amatoriale di Lorenzo Lombardi di Roberto Leggio Chissà perchè tutti (o quasi) esordi dei giovani filmaker italiani passano per l'horror. Forse accade perchè la materia è accattivante, piace a una grande fetta del pubblico adoloscente e soprattutto, in fatto di spese, costano come una pipa di tabacco. Il problema però è sempre avere tra le mani una bella storia, o quanto meno una trama che possa coinvolgere il pubblico dalla prima scena all'ultima, giocando con il sangue, le urla e magari una punta di sadismo. Ne In The Market, tutto questo c'è però... però niente. Nulla è coivolgente, nemmeno le smorfie grottesche di Ottaviano Blitch, come sempre nella parte del sadico massacratore. Il problema che Lorenzo Lombardi (che deve amare alla follia Tarantino e Tim Roth, tanto da volerli emulare a tutti i costi) mette in scena un film nettamente diviso in due, dove nella prima (estenuantissima) parte le tre vittime sacrificali si beano in un profluivio di dialoghi da minorati mentali che cercano di ricopiare (pantografare?) Le Iene e GrindHouse; mentre nella seconda, le efferratezze sono prese pari pari (ed in peggio) da Hostel e Saw, epigoni di un certo cinema splatter-gore degli ultimi anni. Così invece di mettere in subbiglio le viscere e suscitare disgusto e terrore, si assiste ad una sequenza di urla (neanche tanto credibili) e raccapricci che rasentano il ridolo. Senza contare la recitazione dei tre “sfigati” morituri, incapaci di trovare almeno una volta la giusta espressione facciale. Ci si chiede allora come un film del genere sia stato strombazzato (almeno in rete) come un caso nel campo dell'horror all'italiana. L'operazione, perchè di operazione si tratta, è quanto di più amatoriale ci sia in giro, nonostante la passione del regista che fortunatamente ha trovato una distribuzione per l'uscita in sala. Il cinema indipendente però è un'altra cosa, considerando che ha sfornato opere ben più degne di nota, senza clonare nessuno.
(Domenica 7 Agosto 2011) |
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