 Presentato oggi "Vento di Primavera" Fiuggi Family Festival Nella sezione retrospettive docu-film
di Francesco Marghella Fiuggi (FR) Nella seconda giornata il Fiuggi Family Festival entra nel vivo e propone pellicole interessanti che rappresentano un grande spunto di riflessione per le famiglie e gli operatori sociali presenti alla kermesse. Nell’ambito della “retrospettiva docu-film” abbiamo visto, infatti, il film diretto e sceneggiato da Rosalyne Bosch, “Vento di Primavera” (La Rafle), sulla deportazione di 13.000 ebrei dalla Parigi occupata dai nazisti nel 1942. La pellicola ripercorre le vicende del rastrellamento (rafle in francese) del Velodromo d’Inverno (16 luglio 1942), dal luogo ove oltre metà degli ebrei non francesi di Parigi venne costretta per due giorni prima di essere trasportata nei campi di concentramento della Loira, in attesa dell’ultimo viaggio verso la Polonia. La tragica storia viene filtrata attraverso gli occhi di un bambino, Joseph, che vede la sua famiglia divisa e annientata da forze incomprensibili, ma che proprio lui riuscirà a superare, grazie al coraggio e alla fede nella parola data. Buona la ricostruzione storica. Essa offre la possibilità di rileggere punto per punto i fatti e i misfatti del governo collaborazionista e della polizia francesi, i quali certamente aderirono, in maniera sufficiente a perpetrare la deportazione, all’idea nazista di sterminio. D’altra parte, non aggiunge nulla al dibattito storiografico. Il merito va allora alla vena con cui si è voluto affrontare la durezza delle responsabilità nazionali, riaprendo ferite ancora pronte a sanguinare dopo quasi settanta anni.

Una scena del film Il film, tuttavia, non mantiene viva la sensazione di trovarsi di fronte ad un racconto veramente coinvolgente, rimanendo freddo e impassibile là dove l’efficacia degli attori non oltrepassa la fatidica soglia che dalla finzione porta alla vera recitazione. Il risultato è una mancanza di spunti di introspezione sentiti e battuti sul cuore, che fanno delle vere grandi opere sull’Olocausto un qualcosa di diverso dalla semplice descrizione di un’immane tragedia. Si sa che il compito, di fronte a tale immensità, è difficile. L’idea che l’azione rispetto all’inerzia rimanga sempre preferibile ci guida, ma lo stesso ci preme obiettare che con la banalizzazione si rischia di accumunare l’inenarrabile a una delle tante, troppe storie di violenza, soprusi e di orrori del nostro tempo. La piena adesione della fiction alla realtà degli accadimenti è sicuramente un elemento favorevole, ma le crudeltà inserite in alcune scene connotano un’insensibilità nei confronti del pubblico dei più piccoli. Meritorio, comunque, l’aver portato la vera storia delle deportazioni del popolo ebraico al Fiuggi Family Festival. Luogo d’incontro tra genitori, figli e pedagoghi.
(Venerdì 29 Luglio 2011)
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