 Deludente omaggio al cinema di Russ Meyer. Bitch slap-Le superdotate Exploitation di grandi intenti e mediocre risultato firmato da Rick Jacobson
di Mirko Lomuscio Il titolo non lascia nulla al caso e nemmeno le prime immagini, ambientate in una deserta e desolata landa americana polverosa: Bitch slap-Le superdotate è evidentemente un omaggio al cinema di Russ Meyer, per lo più a quel suo immortale cult movie che è Faster, pussycat! Kill! Kill! Ma il film di Rick Jacobson (serie tv come Hercules alle spalle) di quel capolavoro condivide giusto l’ambientazione e la prosperosità delle protagoniste, tre seducenti donne vestite in modo succinto e dalle curve esagerate. Hel (Erin Cummings), Camero (America Olivo) e Trixie (Julia Voth) si ritrovano nel mezzo del deserto per effettuare una sorta di caccia al tesoro. Sfuggito ad una sparatoria e con un potente uomo d’affari nel portabagli dell’auto, il trio si darà da fare per trovare il bottino. Ma le tre donne verranno sorprese da una serie concatenata di eventi negativi.

Se durante la visione vi viene seriamente in mente un’operazione tarantiniana come A prova di morte (con sprazzi di Kill Bill), allora sappiate che state pensando bene, perché Jacobson, evidentemente, ha cercato di realizzare un suo personale contributo al cinema exploitation proprio come allora fece il regista di Pulp fiction, cercando di mettere in pratica ciò che ha appreso nella factory di Corman, dove vi ha militato negli anni ’90 (decennio non dei migliori sinceramente per il padrino dei Z movies anni ’50). Ma Jacobson non possiede certo il talento di Tarantino essendo solo un mestierante che in passato ha realizzato opere pessime come alcuni film d’arti marziali con Don “The dragon” Wilson. Bitch slap-Le superdotate, nonostante il suo alto grado di citazionismo, non è altro che un pretestuoso lungometraggio che sbatte in faccia allo spettatore feticista una lunga lista di scene ben accette (lap dance, amore saffico, donne amazzoni, letali giapponesine in mini gonna e maglia bianca, estremi cat fight) che si amalgamano col contesto della trama (svolta a suon di stucchevoli flash back in stile Rodriguez Sin city, ma fatti molto peggio), tanto da risultare gratuite e fini a se stesse. Il trio Voth/Cummings/Olivo ha molto fascino ma, in quanto a recitazione, non sono magnetiche e pericolose quanto un'attrice come Tura Satana. Il contorno maschile annovera una serie di volti televisivi, per la gran parte derivati dalla serie Hercules: Michael Hurst e Kevin Sorbo (3ciento-Chi l’ha duro…la vince). Citiamo, inoltre, una talare Lucy Lawless (Boogeyman-L’uomo nero) anche lei presa dallo stesso telefilm ( da cui derivò il serial Xena con lei protagonista). Per chiudere il cerchio con i riferimenti tarantiniani di poco conto possiamo dire che la stunt coordinator è Zoe Bell, che di A prova di morte era una delle protagoniste nel ruolo di se stessa. Ultima cosa: Bitch slap-Le superdotate, in quanto ad alti intenti e mediocri risultati, può fare il paio con Hell ride di Larry Bishop, inutile e recente inedito biker movie prodotto da Tarantino stesso ed ispirato alle pellicole hell’s angels anni ’70. Questo per dire che per fare una buona pellicola exploitation non basta il nome o il coinvolgimento di un diretto alto punto di riferimento, ma ci vuole anche un' ottima cifra stilistica.
giudizio: *

(Giovedì 21 Luglio 2011)
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