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Il libero arbitrio e le trame “soprastanti”

I Guardiani del Destino

Intelligente fanta-thriller sentimentale quasi senza effetti speciali


di Roberto Leggio


E se la nostra vita facesse parte di un piano pre ordinato? Da sempre gli influssi del destino (se così vogliamo chiamarlo) ha sollecitato la fantasia popolare. C'è chi crede e chi no. Il destino, il fato, o come vogliamo chiamarlo, è uno spunto intrigante per “capire” la nostra vita. Comprendere ad esempio perché prendiamo una strada diversa da quella che avremmo voluto imboccare, amare una persona invece di un altra, decidere cosa fare o non fare. In tutti i sensi. Le religioni, ad esempio definisco “libero arbitrio” le nostre decisioni terrene. Quella liberà di scelta che ci rende individui migliori o peggiori. In pratica il percorso di tutta la nostra vita terrena. Il quesito (enorme) è lo spunto per la trama de I Guardiani del Destino, fanta-thriller-sentimentale, uscito da quella mente fervidamente malata di Phillip K. Dick, gotha della fantascienza “moderna” (e promotore di molto cyberpunk a venire). Nella sua economia la trama si snoda attraverso le vicende di un giovanissimo deputato dello stato di New York, che nel giorno della sua “caduta” al Senato, incontra in una toilette una ballerina in ascesa. Tra i due è subito colpo di fulmine, ma un gruppo di “angeli burocrati” col capello hanno deciso per loro: dividerli e renderli felici nella vita e nel successo. Ma l’amore è una macchina troppo potente da arrestare. Così, dopo cinque anni di incontri casuali e ritorni improvvisi, il giovane deputato deciderà di saltare di “porta in porta” pur di assicurarsi la donna dei suoi sogni.


Nel suo complesso il film diretto dall’esordiente George Nolfi (già sceneggiatore di Bourne Ultimatum) non è niente di che, tranne per il quel suo gusto un po’ retrò di un uomo in lotta con il suo destino preordinato. La cosa che colpisce è invece il modo in cui il libero arbitrio viene di volta in volta scardinato e reimpostato. Tutto cade dall’alto, da un super presidente galattico, che decide del fato degli uomini da un “ministero” di corridoi e uffici ben organizzati. Ed è su questo piano che la grande riflessione sulle nostre scelte terrene prende corpo. Siamo dei burattini, oppure siamo liberi di fare della nostra vita quello che vogliamo? Nolfi, grazie ad una regia sobria e un cast affiatato (Matt Damon e Emily Blunt), dona al film delle invenzioni di sceneggiatura divertenti ed appassionanti come il gioco delle porte che si aprono e si chiudono in spazi sempre differenti (mutuate direttamente da Monsters and Co.), l’acqua “oscurante” ed i cappelli “lasciapassare”. Un film di fantascienza atipico dunque. Intelligente e che diverte facendo pensare. Cosa che non capita di sovente per un prodotto di genere.

Giudizio **1/2



(Venerdì 17 Giugno 2011)


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