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Fantascienza: coscienza con tic umani

Paul

Omaggi e dileggi del cinema che conta


di Roberto Leggio


Extraterrestre, ovvero vizi e virtù umane. Paul, il “grigio”, è caduto dallo spazio molto tempo fa. Per anni è rimasto rinchiuso nella mitica Area 51 nel Nevada, a fare consulenze per la scienza (guarigioni, rigenerazione cellulare, genoma) e lo spettacolo (Spielberg per ET e Incontri Ravvicinati, Cris Carter per X-File), ma adesso, quando ormai le sue “innovazioni” non servono più, qualcuno in alto a deciso di “aprirgli” la testa e finire cavia spaziale per ulteriori esperimenti. Così decide di fuggire nel deserto, sperando in un incontro del 3 tipo che lo possa portare in un “luogo” del Wayoming, in attesa che i “suoi” lo vadano a riprendere. Sulla sua strada incontra due Nerd inglesi appassionati di fantascienza, giunti in America per una convention di fumetti e con l'idea di visitare tutti i luoghi di avvistamenti Ufo. La convivenza on the road tra i tre (ai quali si unirà una ragazza in fuga), diventa da subito una sarabanda di gag tra il demenziale e “serioso” nel quale, l'omino spaziale mostrerà (di riflesso) tutti i vizi e nevrosi umane.

C'è davvero tutto quello che avreste voluto sapere sugli Ufo e che non avreste mai osato chiedere, in questo demen-intelligente film di fantascienza, firmato da Greg Mottola, ma ideato e recitato da Nick Frost e Simon Pegg, due inglesi che da tempo si divertono a sovvertire in maniera grottesca tutti i generi di serie B. Lo avevano fatto con Shaun of The Dead (rimaneggiamento dei morti viventi di romeriana memoria) e Hot Fuzz (che prende di mira i film d'azione), tanto che adesso ironizzano sulla fantascienza che conta mettendoci dentro tutto quello che un vero fan “non” vorrebbe mai vedere (e vivere). Ci sono gli Uomini in Nero che non ne azzeccano una, la religione che perderebbe peso all'arrivo dei “visitatori”, i rapimenti alieni, le sonde infilate un po' dovunque, tutto giocato sull'ironia e sul sentito dire, diventati per forza di cose universali luoghi comuni. Il film godibilissimo si regge molto sulle mimiche facciali dei personaggi principali, soprattutto su quelle di Paul, l'extraterrestre scanzonato e un po' volgare, che purtroppo in Italia ha la non perfetta voce di Elio delle Storie Tese. Certo, la caricatura di Elio, mette in qualche modo una marcia in più nell'atmosfera da commedia “delirante”, ma a lungo andare l'incisività “ciarlatana” di Seth Rogen (nella versione originale), viene a mancare. Nel profluvio di citazioni (Cocoon, Star Trek, Alien, etc) Greg Mottola, mette in moto con il pubblico un gioco che potrebbe essere una sorta di compendio metacinematografico del genere “alieno”, quasi ad accentuare il divario tra ciò che sembra normale e quello che invece non lo è.

Giudizio ** ½



(Martedì 31 Maggio 2011)


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