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![]() Al Cà Foscari Short Film Festival presentati molti corti sul tema della rivolta in Tunisia Il vento della rivoluzione araba soffia su Venezia Filmati inediti e molto interessanti di Oriana Maerini Venezia. Se non fosse per gli affreschi dell'Auditorium Santa Margherita, magnifico esempio di recupero architettonico fatto dall'università Cà Foscari, sembrerebbe di essere in un cine club tunisino post rivoluzione. Invece siamo nella città lagunare e, grazie a Short, il festival dei corti promosso dall'università Cà Foscari, si sono potute vedere fra ieri e oggi interessanti testimonianze sulla “primavera” rivoluzionaria che si è recentemente svolta in Tunisia. Apprendiamo, quindi, che in questo paese, anche grazie a cineasti quali Nouri Bouzid, le scuole di cinema insegnano anche la strada del documentario d'assalto, quello in grado di fotografa e testimoniare la realtà del presente. Tre sono le opere su questo tema presentate al neonato festival veneziano che hanno affrontato il tema della rivoluzione da ottiche molto diverse: Confessions tunisiennes di Imen Ben Mlouka, Chaos di Zekri Achref, Signé kalloutcha di Haythem Khemir. Una scena di Confessions tunisiennes Oggi, invece, è stata la giornata di Chaos di Zekri Achref. Qui siamo decisamente sul fronte del cinema d'assalto. L'autore racconta con filmati tratti da videocamere di sicurezza, video amatoriali e voci di uomini e donne puntano l'indice sui danni derivati dai disordini (il saccheggio di un supermercato) e sulle infrazioni della malavita locale. Un lavoro decisament più "sporco" del precedente ma non meno interessante. Anzi, mettendosi dalla parte opposta di chi ha visto andare in frantumi una parte dell'economia del paese, il regista, approfittando dell'assenza della polizia ha potuto realizzare una libertà d'espressione prima negata, fotografa la parte meno nobile della rivoluzione. Una scena de "Chaos" Info: http://cafoscaricinema.unive.it
(Domenica 29 Maggio 2011) |
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