 A Roma per presentare "Fast & Furious 5" Vin Diesel "La mia vittoria su Hollywood è creare una trilogia concatenata"
di Oriana Maerini  Roma. Sono tornato a Roma dopo 2000 anni ma ora mi accogliete bene! Vin Diesel, nella capitale per promuovere “Fast & Furious 5”, l’ennesima puntata del franchise in uscita nelle sale il 4 maggio distribuito da Universal, scherza evocando Annibale il Conquistatore il kolossal epico a cui sta lavorando, da lui stesso diretto e interpretato basato sulle gesta dello storico condottiero cartaginese. Carico di verve e simpatia la star hollyoowodiana flirta con la stampa romana dispensando sorrisi ed ammiccamenti. Quello che colpisce di Vin Diesel, più delle prestanza fisica, è la voce. Calda, profonda, suadente, da macho che seduce come Dominic Toretto il personaggio che gli dato la notorietà con The Fast and The Furious nel 2001 e che torna a far rivivere ora sul grande schermo. Icona dell’action movie scoperto da Steven Spielberg, che per lui scrisse appositamente il ruolo del soldato Caparzo in “Salvate il soldato Ryan”, Vin Diesel vanta una pessima reputazione a Hollywood. “Il motivo per cui forse ho la reputazione di avere un brutto carattere è perché non dico sempre di si a tutti i ruoli che mi offrono. – chiosa Vin con orgoglio – Una grande lezione di vita l’ho avuta da Tom Hanks durante le riprese “Salvate il soldato Ryan”. Lui mi ha insegnato che la cosa più importate e più difficile a Hollywood è dire di no perché molti si arrabbiano per questo.” Newyorkese doc Diesel proviene da una famiglia metà afroamericana e metà italoamericana ed è un perfetto manager di se stesso. Nel 2004 rifiutò la parte del protagonista per il film Doom e due anni più tardi ha accettato di recitare un cammeo in “The Fast and the Furious:Tokyo Drift” solo perchè in cambio gli fu concessa la possibilità di produrre altre tre puntate della saga. Inoltre, sfruttando il suo successo cinematografico, ha fondato la Ticon Studios, una casa di produzione di videogiochi con la quale ha lanciato sul mercato dell’intrattenimento interattivo due videogiochi ( Chronicles of Riddick: Escape from Butcher Bay, Chronicles of Riddick:Assault on Dark Athena). Ora è una delle star più quotate dello star system ed ha in cantiere il sequel di xXx, in cui vestirà nuovamente i panni dell'agente segreto Xander Cage.
Attore e produttore. Pensa di passare un giorno dietro la macchina da presa? In realtà mi sono occupato di regia con Multi-Facial, un corto che ho girato quando avevo perso le speranze di fare l'attore. Questo ebbe così successo che mi permise di realizzare Strays, il mio primo vero film, per il quale mi ha notato da Spielger. Ultimamente ho giratoa ancheil prequel di Fast & Furious solo parti originali che si chiama “Los Bandoleros” ed è ispirato ad una canzone che si sente durante la mia apparizione in “The Fast and the Furious:Tokyo Drift.” Fa questo prequel parte l'idea di base dell'attuale capitolo. Ora sono impegnato a finire questa trilogia, poi devo compiere la trilogia di Annibale e poi tornerò alla regia! (ride)
Come mai ha messo la famiglia al centro di un action movie come questo? In realtà la famiglia è il tema conduttore di tutto il mio lavoro. Nel primo capito di Fast & Furious si parlava di una famiglia in difficoltà. La sfida era propria quella di inserire temi importanti e dialoghi seri in un action movie. Ho convinto la Universal ad accettarla e loro mi hanno dato mano libera. Tante persone crescono senza famiglia o con un solo genitore e mi sembra va importante sottolineare l'idea che l'aggregazione familiare fa la forza di una squadra.
Fra il capitolo precedente c'è continuità. E' una scelta precisa? Ovviamente. Il film inizia esattamente come finiva l'altro: i protagonisti sono sulla spiaggia e parlano di Rio e questo film è ambientato proprio in quella città. Credo di aver vinto la sfida con Hollywood in quanto sto realizzando una trilogia concatenata in cui i vari capitoli del franchise sono riconducibili. Questo è giusto a mio avviso perchè permette di poter rispondere alla classica domanda che si pone lo spettatore: come andrà a finire?

Lei è un appassionato oltre che produttore di videogiochi qual è quello dei suoi sogni? Spero di poter realizzare Barca B.C. un gioco ambientato nelle guerre puniche. Ma è difficile ed impegnativo perché questi giochi multiplayer on line richiedono molti anni di lavoro. Bisogna creare un mondo e gestirlo quotidianamente. All’inizio mi vergognavo persino di ammettere, nel mondo hollywoodiano, che ero appassionato di questo tipo di intrattenimento ludico. Poi ho saputo che Spielberg stesso lo era ed allora non ho avuto più timori ed ho iniziato a produrli.
Ha accettato di lavorare gratis per Sidney Lumet in “Prova ad incastrarmi”le interessa in cinema d’autore? La cosa che più mi affascina sono le storie ed i personaggi. Per il film di Lumet ho incontrato la persona a cui si ispirava la storia. Ero talmente interessato che non ho esitato un attimo ad apparire invecchiato ed ingrassato. Sono stato ripagato perché lavorare con un regista di quel calibro ha arricchito la mia formazione e la mia carriera. Al Pacino un giorno ha detto che per un attore il regista è come il prete, una figura di riferimento: ecco perché ho accettato quel ruolo. Credo che un attore di successo debba utilizzare il proprio status di star per raccogliere sfide del genere. E’ ciò che ha fatto Mel Gibson: dopo aver raggiunto il potere interpretando tutti i capitoli di “Arma letale” ha potuto cambiare rotta prima con Braveheart e poi girando “La passione di cristo”.
Quali sono i suoi modelli? Sono cresciuto con i film di Stallone e Schwarznegger, ma i miei modelli sono anteriori. Penso a Brando in particolare. Per me non è importante interpretare il ruolo di un personaggio forte in un film d’azione perché credo che questa sia solo un’etichetta. Io lavoro sempre con il cuore cercando di dare coerenza e spessore ai miei ruoli. Per questo ho aspettato otto anni prima di tornare a vestire i panni di Dominic Toretto: i sequel affrettati, nati sull’onda del successo di botteghino, non mi interessano. Sono nato a New York e quando andavo a vedere un film con un eroe importante mi sentivo più forte, in grado di affrontare meglio il mondo esterno. Questa è la sensazione che spero di poter donare al mio pubblico.
(Venerdì 29 Aprile 2011)
Home Archivio  |