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Ghostface è tornato al "remake"

Scream 4

Geniale metacinema di sangue


di Roberto Leggio


La genialata è che la serie Scream ha da sempre preso in giro il genere horror giocando sull'horror stesso. Wes Craven, l'ideatore della serie, grazie alle sceneggiature di Kevin Williamson, aveva fin dall'inizio l'idea di destrutturare l'horror, citando, omaggiandolo e autoironizzandolo, ma spruzzandolo di sangue e morti vere. Infatti la forza di Scream, ed i suoi tre seguiti, è proprio riposta nell'approccio metacinematografico (e cinefilo) che ha con il suo pubblico. Spettatori che sanno perfettamente cosa aspettarsi dalle regole del “gioco” horror. Wes Craven in questo ha fatto scuola, prima con Nightmare (e tutti i suoi seguiti, spuri e non) e poi con Sceam, arrivato dopo una sospensione di dieci anni al suo quarto sequel. In dieci anni però (grazie a Saw) le regole dell'horror si sono modificate, cambiando totalmente registro. Adesso, infatti, lo spettatore è più scafato nell'approcciarsi al gioco del “massacro”. Così, Craven e Williamson, hanno deciso di ridefinire la serie, prendendosi gioco del film originale, facendone una sorta di remake/reboot, tutto sangue e ironia.


L'eroina è sempre Sidney Prescott (Neve Cambell), che torna a Woodsboro proprio nel giorno dell'anniversario dei famosi delitti che le hanno cambiato la vita, per presentare il suo libro sul come sia possibile superare la condizione di vittima. Naturalmente Ghostface ha fatto bene i conti e per arrivare a lei, e forse per “diventare” come lei, fa a pezzi, amici, parenti e chiunque la circondi. La trama è tutta qui, ma a renderlo diverso nella sostanza è che, come la tecnologia insegna in questo primo decennio del ventunesimo secolo, tutto è filmabile, raccontabile con microtelecamere, webcam, smartphone e videoblog. Quindi Scream 4, diventa da subito un remake del remake, un reboot analogico in tutti i sensi. Così filmare la morte, cercarla, vederla in diretta o su un blog , è la metafora dell'assuefazione della violenza in sé. Il terrore, il sangue, non fanno più paura, ma sono solo uno spauracchio per questa generazione imbevuta di tecnologia 2.0. Il film piacerà molto ai fan della serie, un po' meno a quelli che di Scream ne hanno solo una breve infarinatura. Ma in ogni caso Scream 4 è un ottimo gioco di violenza (senza tanto sadismo e molto vintage) e molta ironia, tirata allo stremo con punte di risate forzate. Perché lo scopo di Craven è quello di ridicolizzarne i topos narrativi, ma destrutturandoli e aggiornandoli. In pratica reinventare l'horror ed il suo sangue.

Giudizio **

http://http://dl.dropbox.com/u/25566612/closet_H264.mp4

http://http://dl.dropbox.com/u/25566612/worktogether_H264.mp4




(Venerdì 15 Aprile 2011)


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