Lei è in un parcheggio, viene spinta da un “qualcuno” che le strappa un bottone. Non se ne accorge ma a terra, vicino alla sua macchina, la sua capa e collega è morta uccisa da una botta in testa con un estintore. Dato che le due hanno litigato poco prima, lei è accusata per omicidio e resta in carcere in attesa dell'appello. Il marito studia gli indizi e sa che prima o poi la giustizia capirà l'errore. Ma la fede lo tradisce... l'appello è respinto e la sua amata moglie marcirà in prigione. Con un figlio da crescere e un vuoto di sentimentale, l'uomo (un professore di letteratura) decide di fare da se: far evadere la moglie e riprendersi la vita che gli è stata “rubata”. Cerca criminali (che lo fregano), impara su internet l'arte del delinquere e mette in atto il piano. La prima volta sbaglia, la seconda riprova e “fugge”...

Paul Haggins ricicla l'idea di un buon film francece (Pour Elle) e lo amplifica, lo migliora e lo allunga cercando risposte che nell'originale non c'erano. Il risultato è uno psico-thriller quasi perfetto, con una prima (lunghissima) parte eccezionale che vacilla però nel finale. Troppi incontri/scontri, troppi dialoghi buttati qua e la, troppe le coincidenze “beffarde” del destino. L'amore (e la vita) trionfa e la polizia sta a guardare (da un'altra parte). L'incrollabile Russel Crowe è (im)perfetto nel ruolo dell'uomo di tutti giorni catapultato in situazioni imprevedibili; Elisaberth Banks mette anima nel dubbio della sua innocenza. Haggins regge il gioco con maestria, poi però lo perde ingolfando un po' troppo le “conseguenze dell'amore”. Un film di sceneggiatura e ritmo. E tanto basta.

Giudizo **1/2

	Il regista premio Oscar a Roma per la presentazione di The Next Three Days
	Paul Haggins
	"Il mio è un film sulla forza dell'amore"

(Venerdì 8 Aprile 2011)

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