 Film d'intrattenimento che rispetta l'etica del fumetto da cui è tratto Kick-Ass Fra i produttori c'è anche Brad Pitt
di Mirko Lomuscio Premessa: alcuni fan del fumetto originario che hanno avuto modo di vederlo (il film è del 2009) lamentano in quest’opera, diretta da Matthew Vaughn (Stardust), la poca attendibilità con il concetto finale dell’opera cartacea che ha ribaltato ogni senso del messaggio finale. Quello che forse va ricordato a questi puristi del mondo delle vignette è che non tutto quello che può essere disegnato su tavole è possibile riportarlo su celluloide; concetti ed estetica in un film devono essere riadatti affinché si adagino al racconto. Kick-Ass degli ultimi di trasposizione filmica è forse quello che ha risentito meno del cambio di registro. La storia del nerd Dave Lizewski (Aaron Johnson) improvvisatosi supereroe, col nomignolo che da il titolo all’opera, non poteva che essere trattato così su fotogrammi, con quella durezza e quella violenza che non sarà ai limiti dell’assurdo, ma che alla fine quasi ci si avvicina. Più che altro, quello che lascia un po’ perplessi in questo film, è il fatto che a metà racconto si rinunci all’umorismo iniziale per potersi gettare in un’avventura ai limiti del verosimile, ma che non per questo non è coinvolgente.

Anzi, Vaughn, con occhio intelligente, da spazio ai suoi credibili personaggi per sfoggiare tutta una retorica sull’essere eroi senza poteri, ma con forte senso di giustizialismo, come fanno la piccola Hit Girl (Chloe Moretz) e suo padre Big Daddy (Nicolas Cage) ai danni del boss mafioso Frank D’Amico (Mark Strong). Poi, che l’estrema durezza del racconto originario vada a perdersi per dare spazio ad un prodotto d’intrattenimento ben fatto è cosa a se stante, che sinceramente poco importa di fronte a risultati del genere. Kick-Ass in fin dei conti parte da un’idea vincente dei fumettisti John S. Romita jr. e Mark Millar, che qui trova il suo giusto ridimensionamento trattenendo i principi di fondo (tutti possono essere eroi, se lo si vuole), quindi non c’è nulla da dover recriminare nell’operato di Vaughn. Gli amanti dell’avventura fumettistica saranno accontentati a suon di sparatorie, duelli all’arma bianca ed uno humour nero che piano piano svanisce, dando spazio ad una violenza assurda per quanto realistica. Poi c’è da lodare Vaughn per la scelta degli attori che, oltre a trarre beneficio dalle prove dei giovani protagonisti Johnson (Nowhere boy) e Moretz (è nell’imminente remake americano di Lasciami entrare), riesce a dare un grande spazio di dignità recitativa a Cage (Via da Las Vegas), ultimamente resosi ridicolo per una serie di scelte sbagliate (Ghost rider, Il prescelto, Next, e tanti altri). Amanti del fumetto originale, se proprio non volete vedere il suddetto film per motivi passionali almeno fatelo per la prova di Cage che merita di essere seguita e lodata. Curiosità: tra i produttori spunta anche il nome di Brad Pitt
giudizio: ** 1/2 
(Venerdì 1 Aprile 2011)
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