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![]() L'interpreatazione da oscar di Natalie Portman non salva il film Il cigno nero Non convince pienamente l'ultima fatica di Darren Aronofsky di Oriana Maerini ![]() Film d'apertura della 67° Mostra di Venezia Il cigno nero è una pellicola che ha diviso la critica. Ma su una cosa sono tutti daccordo: la magnifica interpretazione di Natalie Portman che gli è valsa la candidatura all'oscar. Dopo il successo di “The Wrestler” (Leone d'oro a Venezia) il regista Darren Aronofsky torna a parlare di metamorfosi ma questa volta non centra pienamente il colpo. La storia narra la vicenda di una bellissima e frigida ballerina che, per coronare il suo sogno di diventare "étoile", deve riuscire ad interpretare, in una nuova edizione del "Lago dei cigni", sia il candido cigno bianco che il malvagio cigno nero sotto la direzione di un ambiguo coreografo interpretato da Vincent Cassel. Quest'ultimo le ordina, per migliorare la sua performance, di iniziare a sbloccare le sue inibizioni sessuali attraverso la masturbazione. Come nel film precedente anche qui il regista insiste sul tema del corpo offeso dalla professione e dall'autolesionismo. La povera ballerina, affetta da turbe di sdoppiamento della personalità (vede spesso la sua immagine speculare materializzata) si tormenta con misteriose ferite dietro la schiena, estenuanti prove e unghie sanguinanti. Aronofsky mette in scena l'ambivalenza di una mente schizofrenica attraverso sapienti meccanismi di regia che sfumano anche verso l'horror ma il risultato non è dei migliori.
(Sabato 19 Febbraio 2011) |
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