 Regista e interprete di "Bollyrome, Ceci e Cipolle" Gabriele Carbotti Dal 18 al 27 febbraio 2011 al Teatro Lo Spazio
di Oriana Maerini  Roma. Passione, talento e determinazione. Queste le doti che hanno fatto emergere questo giovane attore, regista e sceneggiatore nel panorama dello spettacolo italiano. La sua passione per la recitazione è nata sui banchi di scuola, dove a 13 anni ha recitato nel suo primo spettacolo, vincendo il primo premio come attore non protagonista nella rassegna teatrale "Attori e tecnici a scuola". Poi si è fatto notare sul piccolo schermo (Amici e Saranno Famosi di Maria de Filippi) per approdare, infine, al palcoscenico. Nel 2005 ha dato vita alla Compagnia Teatrale Anticamera del Vento collaborando con il Teatro Petrolini. Nel 2009 ha sfoderato, in Canta Roma Canta VII secoli di canzoni Romane, anche il suo talento canoro. Il connubbio fra teatro e cinema lo ha sempre intrigato fin dai tempi di “Provaci ancora Sam” di Gianni Quinto in cui ha interpretato il personaggio di Allen in versione romanesca. Ora questo ventoenne pieno di grinta torna sul palcoscenico con testo ispirato al cinema di Bollywood dal titolo BollyRome - Ceci e cipolle!. Lo abbiamo incontrato per capire le ragioni di questa scelta.
Perché ha deciso di scrivere una commedia musicale all’italiana con i ritmi di un film bollywoodiano? Perché stando sulla spiaggia a prendere il sole mi sono accorto della presenza di molti stranieri, che parlavano con un accento marcatamente romano. Una volta ne sentii uno dire: "Aoh, te lo voi er sgelatto?" . Allora mi sono chiesto come potevoo esprimere questo concetto a livello teatrale. Ho capito che dovevo fondere lo “stile” italiano con quello di una cultura che amo, ammiro e rispetto profondamente.
Di cosa parla lo spettacolo? Il protagonista, interpretatp da me, è un ragazzo indiano che viene a vivere a Roma e incontra il mondo del lavoro italiano. Ho dovuto fare i conti con la tradizione teatrale italiana, ma l'ho "contaminata" con la musica indiana, attraverso le coreografie di Marco Vesica in stile bollywoodiano, creando uno spettacolo che ha diversi sapori, sapore di ceci, di cipolle…
Sogni di realizzare un film stile Bollywood? Si, spero che un giorno si possa avere anche qui la possibilità di cimentarsi in tutto. Bollywood, così come il cinema tedesco o quello francese, arriva in Italia come film d'essai, ma una commedia francese come può essere Tanguy non è un film d'essai, è un piccolo capolavoro. Così come sarebbe importante che il nostro cinema fosse esportato all’estero. In questo momento in particolare, però, Bollywood sta riscuotendo un grande successo internazionale e un grande interesse anche in Italia... Il pubblico oggi è stufo della retorica. Bollywood parla di razzismo, di culture che si vogliono avvicinare e tutti questi concetti sono trattati con una leggerezza che contraddistingue questo genere. Se vediamo dieci minuti di un film bollywoodiano troviamo mille situazioni interessanti a livello culturale, ma che fanno sorridere, che trasportano, che coinvolgono. Guardando di questo genere non può non venire in mente il cinema italiano degli anni 70, il teatro della beat generation, le commedie di Woody Allen, di Neal Simon, quell’assurdo realistico che si tocca parlando di argomenti più seri di quanto appaia superficialmente.
Ha cercato di dare la stessa atmosfera in BollyRome? Si, ho voluto trattare con leggerezza un argomento profondo come l'integrazione razziale. Il mio vuole essere uno spettacolo che porti lo spettatore a ragionare su temi seri ma con il sorriso sulle labbra.
 E' direttore artistico di una giovane compagnia che si auto-produce e auto-finanzia per portare avanti la sua idea di Teatro. Ha problemi ad entrare nel circuito della produzione e della distribuzione?
Lo spettacolo è sì auto-prodotto, ma anche aiutato e sponsorizzato da attività private come ristoranti e bar. Soprattutto, però, siamo fortunati ad avere una produzione come quella de La Fonderia delle arti, che con i suoi direttori artistici Maurizio Boco e Giampiero Ingrassia, crede in noi, così come “Radio Sei, 98.100”, con la trasmissione storica di Gianni Elsner, “te lo faccio vedere chi sono io”. Esistono ancora delle persone che vogliono investire sui giovani, in questo momento storico in cui si investe solo dove c’è il guadagno assicurato. Le giovani compagnie portano in scena dei prodotti di grande qualità, ma in BollyRome, ad esempio, non c’è nessuno che abbia un nome abbinabile ad una trasmissione televisiva o a una serie di successo.
Progetti futuri? Dal 5 al 15 maggio al teatro Anfitrione ci sarà uno spettacolo scritto e diretto da Luca Giacomozzi che si chiama "La banda della Magliana” dove io interpreto Scrocchiazeppi. Si potrebbe definire un crossover della banda, assolutamente inedito. Infatti, si tratta di una commedia, non posso dare anticipazioni, diciamo solo che sarà qualcosa di veramente mai visto …questa volta i personaggi della banda vivranno di vita propria, incontrando altri personaggi molto distanti da quelli degli anni ’70 alla Magliana, ma forse più vicini a noi…
(Martedì 15 Febbraio 2011)
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