 Rinascita della commedia? Il cinema italiano: tutta una barzelletta Piccole storie senza copione
di Pino Moroni Nell’articolo Storia della commedia all’italiana attraverso due grandi sceneggiatori, Pino Moroni scriveva su ‘Cinebazar’. “I personaggi escono dalle macchiette dell’avanspettacolo (vedi Totò, Nino Taranto, Rascel, ecc.) e diventano uomini veri di quella società italiana che, da povera, in pochi anni diventerà ricca con ogni mezzo e pur sempre mentalmente stracciona e cialtrona. Il merito di Age e Scarpelli, venuti come Fellini dall’esperienza della rivista satirica “Marc’Aurelio” è stato quello di saper trasformare uno sketch satirico, un fumetto, una striscia, un raccontino ironico in copioni, con personaggi amari, leggeri e profondi, complessi, profondamente radicati in quello che è il linguaggio cinematografico. Con le loro sceneggiature a quattro mani, hanno dato uno spessore a questo tipo di italiano che muta, facendo ridere ma anche pensare, in un misto agrodolce di allegria e di tristezza, di vitalità e di morte. Age e Scarpelli hanno creato personaggi eccezionali per interpreti anche eccezionali, come Tognazzi, Sordi, Gassman, Mastroianni, Manfredi, ed altri)."

Qual è la situazione dell’ attuale cinema italiano? Escono nelle sale film, confezionati in poco tempo, per comici o partecipanti di trasmissioni televisive, che vanno di moda (Zelig, Le iene, Mai dire goal, Il grande fratello, Amici, ecc.). Piccole storie esili, trasparenti, senza copione, a più personaggi dentro episodi incrociati, in un susseguirsi di sketch e battute. Sono le nuove confezioni, svaccate e ripetitive, con facili giochi di parole ad effetto e situazioni sempre più vuote e paradossali.
Ed ognuna con incassi "strepitosi", che bugiarde statistiche accreditano come migliori incassi di tutti i tempi. Se un qualche successo economico c'è è solo merito del passaparola, quella pubblicità occulta che passa attraverso menti svuotate di qualsiasi senso critico e conoscenza cinematografica. Il tam tam, oltre che dai comunicati stampa delle produzioni, copiati dai nuovi critici sedentari, viene anche dai trailers. Tutti uguali, ma diffusi dalle tv in maniera martellante. Una scenetta, una battuta, più o meno da ridere, accompagnati da un bombardamento sonoro, per richiamare l’attenzione sulla prossima scena e battuta, all’infinito.

Proverò a scrivere alcune delle frasi più richieste nell’ultimo mese, in cui sono usciti i film: Manuale d’amore 3 Che bella giornata Qualunquemente Immaturi Femmine contro maschi
“Mio nonno, una vecchiaia di merda doveva fare. Dei morti non si deve parlar male. Bastardo”. “Sarei ipocrita se dicessi il viceversa”. “Il bagno è libero. E vai a cagare” (Che bella giornata).
“I have no dream, ma mi piace u pilu” “Mi è stato chiesto se vinco che cosa voglio fare per i poveri bisognosi: una beata minchia”, “Le donne non devono entrare in politica è la politica che deve entrare nelle donne" (Qualunquemente).
“L’amore è un castigo. Ci punisce per non essere rimasti a casa da mamma e papà”. “Sono 104 giorni che non faccio sesso. Però ieri ho fatto l’amore”. “A 18 anni ti interroghi sul senso della vita. A 40 non te ne frega più un c….” (Immaturi).
“Io non dico di essere innamorata di te… però sto un pezzo avanti.” “Lui: ti devo dire tre parole. Lei: quali: cuore, sole, amore? Lui: no, sei una merda” “Maschi con le lettera grande, nome proprio di persona” (Femmine contro maschi).
“-Defuntibus vostrum -Eh? -Mortacci vostri!" (Manuale d’amore 3).

In conclusione personaggi non più radicati nel linguaggio cinematografico, ma solo comparse televisive, che non diventeranno mai interpreti meno che normali, in storie che non raccontano più la realtà ma una brutta copia degli spettacoli dei guitti nostrani del varietà quotidiano, stanno invadendo il cinema italiano.
Con questo non stiamo ritornando al cinema precedente, alla felice stagione della commedia all’italiana. Allora, a dirla con Totò, il cinema era tutta “n'ata cosa”.
(Giovedì 10 Febbraio 2011)
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