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Silvio Muccino torna alla regia con un film "strappalacrime"

Un altro mondo

Migliore della pellicola d'esordio ma sempre mediocre


di Mirko Lomuscio


Dopo il successo di pubblico, ma non di critica, della sua opera d’esordio Parlami d’amore, Silvio Muccino (fratello minore del più famoso Gabriele) torna dietro la macchina da presa con una nuova storia intimista tratta da un romanzo di Carla Vangelista, già autrice del suo primo film. Con Un altro mondo il giovane autore, si prende, ora, la briga di parlare di un particolare rapporto affettivo: quello tra un ragazzo ed un suo sconosciuto fratellino di colore.
Infatti la storia segue le gesta di Andrea (Muccino), un ricco ventottenne sposato con la bella Livia (Isabella Ragonese) e promotore di una vita incentrata sul dolce far niente.
La sua esistenza nasconde una triste verità alle spalle; un ricordo amaro legato all’abbandono di suo padre, un uomo di cui Andrea non sa nulla, ma tornato a farsi vivo tramite una lettera, ricevuta proprio nel giorno del suo compleanno.
Il messaggio spingerà il protagonista ad intraprendere un lungo viaggio in Africa, dove lo attende una sorpresa alquanto spiazzante: l’esistenza di un fratellino, il piccolo Charlie (Michael Rainey jr.), avuto dal genitore con una donna di Nairobi.La conoscenza di questo insolito parente porterà Andrea verso nuovi orizzonti di vita. Scoprirà che l’amore di una nuova famiglia non è così impossibile come ha sempre creduto.

Muccino jr. ci riprova per la seconda volta con la regia di un nuovo film autoriale. Con Un altro mondo si ripromette di emozionare gli spettatori grazie a momenti empatici e messaggi importanti. Diciamo almeno che, da Parlami d’amore, un certo passo avanti è stato fatto, almeno rispetto alla tecnica registica (uso della macchina da presa e scelta delle musiche).
Tutto, però, rimane vago e a se stante, tanto da far pensare che gli importanti principi su cui si basa il film siano solo fini a se stessi.
Poi, sempre confrontando con la sua opera d’esordio, si può notare che Muccino riduce il numero di momenti ridicoli, ridimensionando il livello di importanza che questo film si porta sulle spalle, anche se le scene col protagonista preso a melodrammatizzare rimangono insopportabili.
Gli altri attori fanno quel che possono per salvare il resto della recitazione, dall’essenziale Ragonese alla breve apparizione di Maya Sansa, fino ad arrivare all’importante apporto del giovanissimo esordiente Rainey jr.(scelto da Muccino dopo averlo visto in un videoclip di Tiziano Ferro), utilizzato a tempo pieno per far sciogliere in lacrime gli spettatori.
Nel ruolo di una materna donna aristocratica troviamo invece un’attempata Greta Scacchi (Presunto innocente), mentre nell’inutile ruolo di amico fraterno uno sprecato Flavio Parenti (Io sono l’amore).
Insomma prendiamo atto che Silvio Muccino è cresciuto sul piano tecnico ma deve capire che, in quanto a storie, deve essere lui al servizio del cinema e non il contrario.

giudizio: * 1/2



(Giovedì 23 Dicembre 2010)


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