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 Cinque giorni di ottima musica e cultura nel cuore dell'Umbria Umbria Jazz Winter 18 A Orvieto dal 29 dicembre all 2 gennaio
di red.  Roma. Umbria Jazz Winter compie 18 anni! Un traguardo importante per questa manifestazione, nata nel 1993, che si è ritagliata un posto molto particolare nel panorama dello spettacolo italiano, non solo del jazz. Il Festival si svolgerà dal 29 dicembre al 2 gennaio a Orvieto secondo una formula consolidata e di successo, affinata nel corso degli anni e centrata sul connubio tra turismo e spettacolo di qualità. La "location" è poi quella di una delle più belle città dell’Umbria, ricca di storia e cultura e buona cucina. A legare questi tratti distintivi della manifestazione resta il cartellone proposto dal direttore artistico Carlo Pagnotta. Molti infatti i nomi importanti in programma: l’eccezionale duo pianistico Stefano Bollani e Chick Corea, il nuovo progetto di Paolo Fresu con Gianluca Petrella, la Brass Bang, Danilo Rea, Roberto Gatto, Renato Sellani, Joe Locke con Dado Moroni e Rosario Giuliani, Ray Anderson con una super band, Alfredo Rodriguez, scoperto nell’ultima edizione estiva di Umbria Jazz, la cantante statunitense Dee Alexander e molti altri.

Un'immagine della Brass Bang!
Serata conclusiva in collaborazione con Musica Jazz e il “TOP JAZZ 2010”, i migliori musicisti vincitori del referendum indetto annualmente dalla più prestigiosa rivista jazz italiana. Location d’eccezione anche quest’anno il magnifico Duomo, progettato da Lorenzo Maitani e realizzato tra il Trecento e il Cinquecento, farà da cornice nel pomeriggio di Capodanno alla Messa della Pace impreziosita e caratterizzata dalla presenza della musica gospel. Espressione e sintesi di culture e religiosità diverse che grazie alla musica si incontrano rendendo indimenticabile tale esperienza. I concerti serali si svolgono al Teatro Mancinelli, inaugurato nel 1886, che offre la sintesi dei principali caratteri dell’architettura orvietana, al Palazzo del Popolo, realizzato in pietra basaltica e tufo, descritto la prima volta nel Duecento, al Palazzo dei Sette, eretto a cavallo del Trecento, caratterizzato da volte e archi possenti e affiancato dalla pregevole Torre del Papa, a Palazzo Soliano, al cui piano terra si trova il Museo Emilio Greco, con sculture e creazioni grafiche donate alla città dallo stesso. Suggestivi anche la Sala del Carmine, una ex chiesa del 1300 facente parte del più vasto complesso del Carmine che comprendeva anche un convento e il Ristorante San Francesco, situato in un edificio che ospitò nel 1200 un convento francescano, location del gran cenone di fine anno la notte del 31 dicembre a suon di jazz e sede ideale dei jazz lunch e dinner. Quasi tutti i big del jazz italiano saranno protagonisti a Orvieto dal 29 dicembre al 2 gennaio. Imperdibile il duo Chick Corea e Stefano Bollani, incontro musicale inventato in occasione di Umbria Jazz 09 da Carlo Pagnotta. Il pianista di origini italiane, icona del jazz, e uno dei più grandi pianisti contemporanei. Tecnicamente impeccabili, differenti per generazione,influenze, origini, insieme daranno vita a un concerto unico, ricco di contaminazioni tra tradizione classica, musica jazz, brasiliana, canzone italiana, con protagoniste assolute la creatività e l’improvvisazione. L’unicità dell’incontro tra questi due giganti merita tre prime serate al Teatro Mancinelli. Paolo Fresu e Gianluca Petrella sono la metà italiana della Brass Bang! completata dagli statunitensi Steven Bernstein e Marcus Rojas. Una piccola-grande band di fiati, senza l’ausilio della ritmica tradizionale, nata quasi per caso. Un ensemble con un suono unico, con grandi solisti tra poesia, humor, ritmi travolgenti e divertimento. La validità del progetto ha avuto riscontro nelle date che i quattro hanno proposto in estate registrando sempre il tutto esaurito. Danilo Rea è entrato di recente a far parte della scuderia ACT, prestigiosa etichetta tedesca con un omaggio a Fabrizio De André, famoso anche grazie alle innumerevoli canzoni che spesso riguardavano i soggetti marginali e i dimenticati della società, con testi che oggi trovano posto nei libri scolastici. Questo un magnifico tributo alle sue canzoni, è traboccante di melodia e di tecnica straordinaria, un lavoro del tutto personale e originale, che il pianista presenta a Orvieto. Roberto Gatto rende omaggio a uno dei più importanti batteristi e band leader della storia del jazz: Shelly Manne. Batterista, compositore, arrangiatore, Shelly Manne è stato sicuramente uno dei più versatili musicisti in attività dagli anni '30 fino alla metà degli anni '80. Manne è senz'altro uno dei batteristi più eclettici della storia del jazz, un musicista aperto e curioso a tutte le soluzioni che il jazz gli presentava. Dal loro incontro del 2009 a Perugia in occasione di Umbria Jazz è nato un disco live, recentemente uscito per Egea in collaborazione con Umbria Jazz. A Orvieto viene riproposto questo interessante trio composto da Rosario Giuliani al sax, Joe Locke al vibrafono e Dado Moroni al pianoforte. Il lavoro dei tre sfugge a una semplice classificazione, attingendo a pieni mani dal linguaggio del jazz, ma presentando anche molti altri elementi. Musica godibilissima e mai banale. I Quintorigo con “Play Mingus”: un progetto articolato che omaggia uno dei musicisti più importanti della storia del jazz: Charles Mingus, rileggendone in modo personalissimo e al tempo stesso attento le composizioni, con una delle più interessanti voci del jazz italiano, Maria Pia De Vito. Padrino artistico d’eccezione, Quincy Jones, per il giovane pianista di origini cubane Alfredo Rodriguez che si esibirà in trio, oltre che in un unico piano solo. Per lui esordio a Orvieto dopo il successo nell’ultima edizione estiva. Il sound di New Orleans riletto in chiave moderna dalla Pocket Brass Band di Ray Anderson. Una brass band in formato ridotto che interpreta in maniera del tutto personale il suono della capitale del jazz tradizionale. Ad accompagnare il trombonista, Lew Soloff, Matt Perrine e Bobby Previte. Affascinato dal sound dei sax dell’orchestra di Woody Herman (conosciuti come i Four Brothers), Harry Allen propone lo stesso schema musicale, tre tenori e un baritono, con i Four Others. Brani inediti e arrangiamenti che rileggono in chiave moderna il sound delle grandi big band. Dee Alexander è una delle più apprezzate voci della scena di Chicago. A suo agio con tutti i generi, dal gospel al blues, dall’R&B al soul, riesce a dare un tocco particolare a tutte le sue interpretazioni, grazie ad uno swing e un groove del tutto personali.
INFO: 0763 340493 www.umbriajazz.com

Una delle splendide piazze di Orvieto durante il festival
(Giovedì 16 Dicembre 2010)
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