 Babbi Natale per ridere Aldo, Giovanni e Giacomo La nostra comicità "semplice" ed intelligente
di Roberto Leggio  Roma – Babbi Natale? Certo. Tre come non li avete (ancora) mai visti o conosciuti. Aldo, Giovanni e Giacomo, per il loro nuovo film “La Banda dei Babbi Natale”; distribuito da Medusa da Venerdì 17 Dicembre; vestono i panni dell'icona delle feste, raccontandosi come tre “sfigati” travolti da eventi più grandi di loro. All'inizio sono in questura, proprio la notte della vigilia di Natale, finiti nei guai per... Qui però è meglio fermarsi per non far perdere il gusto della scoperta di questo film esilarante, dalla comicità genuina senza volgarità e senza nudi. Presenti con il loro solito esuberante umorismo, i tre comici milanesi hanno tenuto banco oggi alla presentazione alla stampa del loro ultimo film, rispondendo a turno (o addirittura tutti assieme) alle domande dei giornalisti. Naturalmente la prima domanda ricade sul come si possa fare ancora ridere senza ricorrere a rutti e parolacce. “La differenza tra i film del Trio e quei Cinepanettoni pieni di comicità sciatta e più facile, sta nel fatto che Aldo, Giovanni e Giacomo loro le loro attrici (e attori) li fanno recitare” A suggellare la qualità di questo film “Natalizio” è il regista Paolo Veronese per la prima volta “incappato” in un lavoro dei sodalizi più amati dal pubblico. Da parte loro, i tre comici, rispondono in maniera velata ed intelligente “A noi non piace giudicare. Il nostro è un cinema garbato. Non condividiamo le scelte di altri. A noi piace raccontare le nostre storie così e in questo modo”. Ed infatti non c'è altro da aggiungere. La comicità di Aldo Giovanni e Giacomo è essenziale, intelligente, da cinema d'altri tempi dove non c'è un peto o una serie di parolacce che scatenino la risata grassa.
Il film è delizioso, come avete lavorato alla sceneggiatura? L'idea fluttuava da qualche tempo. Poi ci siamo messi intorno al tavolo e scherzando sulle regole del “Damino” e del “Damone” (sempre che esistano dei giochi con questo nome) abbiamo iniziato a scrivere il film assieme a Valerio Bariletti e Morgan Bertacca. La sceneggiatura è nata così come la si vede al cinema. Poi con l'arrivo di Paolo Genovese, abbiamo apportato dei cambiamenti in corso d'opera, come accade sempre quando ci si trova sul set. A questo punto il film è diventato “unico”.
Pensate che le associazioni per la protezione animali vi facciano causa per il modo in cui avete “trattato” gli animali? Tutte le reazioni vengono sempre dagli sciocchi. Chi non ha capito che certi maltrattamenti avvengono per gioco è in mala fede. Anche perché tutti noi abbiamo animali a casa, li amiamo e li trattiamo come cartoni animati. Onestamente ci aspettiamo delle “reazioni”...
Come avete fatto a convincere Mina a lavorare alla colonna sonora? Quando si parla di Mina si entra nella Leggenda. E la leggenda dice che il produttore abbia telefonato al figlio Massimiliano Pani per avere il permesso di utilizzare dei pezzi cantati dalla madre. A questo punto si dice, vogliamo sottolinearlo, che lei sia una nostra grande fan. E quindi non solo ci ha ci ha dato i diritti, ma ci anche graziato cantando per il film.
 E Mara Maionchi come è entrata nel progetto? Siamo amici di Mara da tempi non sospetti, da molto prima di X Factor. L'abbiamo scelta perché è una fuori di testa, una donna senza peli sulla lingua proprio come il personaggio della suocera di Giovanni nel film.
Questo film sembra un compendio dei vostri film precedenti, è vero? Rimandi non ce ne sono. Almeno non in maniera volontaria. Forse avremmo voluto sviluppare più qualcosa che magari nei film era solo abbozzato. Adesso qui su due piedi non lo sappiamo. E pur vero che la “mano” può avere un collegamento con la “gamba”. Ma è un peripatetico azzardato.
E' azzardato dire anche che con questo film abbiate voluto ripartire da zero? A dire il vero siamo tornati a scrivere in maniera artigianale. Di getto, senza pensarci su troppo, come è accaduto per “Il Cosmo sul Comò”. Quindi abbiamo lavorato cercando di trovare i tempi giusti per una commedia che facesse ridere e pensare allo stesso tempo. Quasi si trattasse di uno spettacolo per il teatro, dove lì, soli davanti al pubblico non puoi mentire. Così siamo stati attenti a tutta la lavorazione del film. Adesso siamo soddisfatti, poi però i conti li tira sempre il pubblico.
Da vent'anni divertite la gente. Il “succo” del vostro successo? Siamo una squadra. Lo siamo sempre stati. Proprio come la grande Inter. La nostra squadra del cuore. In fondo siamo una “Triplete”
(Lunedì 13 Dicembre 2010)
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