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Un confuso "ritorno dal passato"

La finanza al tempo dell’America di Obama

Wall Street e le ipocrisie finanziarie


di Pino Moroni


Wall Street: il denaro non dorme mai: a 23 anni dal primo Wall Street la società americana è così cambiata che anche un accurato e documentato analista della stessa, come Oliver Stone ( Platoon 1986, Wall Street 1987, Nato il 4 luglio 1989, J.F.K. 1991, W. 2004) non si orienta più bene nel raccontarla.

Erano così chiari i contorni dell’era reaganiana negli anni ’80, con i rampanti avidi in tutti i settori, la prima crisi finanziaria, Wall Street in ripresa, che bastava solo raccontare per la prima volta la storia dalla parte dei ‘bastardi’ che regolavano le sorti della finanza, della borsa e dell’economia del mondo.
Erano figure a tutto tondo come Gordon Gekko (un credibile Michael Douglas, vincitore dell’ Oscar, del Golden Globe e del David di Donatello), tipico "self made man", squalo dell’alta finanza. O come Bud Fox (Charlie Sheeen), dinamico giovane rampante, allievo del diavolo della borsa.

Era il "male assoluto", che veniva raccontato con dovizia di particolari, anche difficili, ma resi comprensibili dall’approfondimento maniacale del regista Oliver Stone, figlio di un agente di borsa l’ebreo Lou Silverstein (poi trasposto in Stone).
Uno spaccato vivido e vero del mondo della finanza, intriso felicemente di yuppismo, avidità e amoralità. Ed il film fu premiato anche con gli incassi, perché gli spettatori per la prima volta avevano capito la finanza e le sue perversioni.


Da allora c’è stato l’11 settembre 2001 e dall’antiamericanismo si è passati al nazionalismo (nel film l’interprete passeggia sopra "ground zero") e l’America di Obama da rapace si è fatta ipocrita.
Perché per tenere ancora il mondo sono sempre necessarie le guerre e la finanza, e non se ne può parlare male, bisogna giustificarle entrambe.

Allora, il cattivo Gekko aveva una ragione d’essere, e ora, dopo aver pagato con il carcere i furti e le speculazioni perpetrate ai danni dei risparmiatori, si improvvisa scrittore con un libro equivoco “L’avidità è buona?” e vuole aiutare il giovane rampante Jacob Moore (uno Shia Labeouf stupito e fuori posto).
Il giovane Jacob, innamorato della figlia di Gekko, Winnie, che non vuol più vedere il padre, aveva un mentore, speculatore buono (?) (uno sfinito Frank Langella), che è stato rovinato da un broker (Bretton James) e si è suicidato. Quanti sentimenti in un mondo di morte!
E qui Oliver Stone ci propina assurdità grossolane, informazioni sulla finanza di grana grossa e incomprensibili, ma come fossero verità profonde (titoli tossici, derivati,
crisi annunciate, rumors che rovinano industrie, grandi vecchi cattivi e malandati come il redivivo Eli Wallach).

Un guazzabuglio di dialoghi astrusi, pieni di gergo tecnico e riunioni di cui gli spettatori non capiscono niente. Malgrado in filigrana sia raccontato, con puntuali dettagli (i milioni di debito, il numero dei licenziati ecc.), il fallimento della Bear Stearns e della Lehmann Brothers, molti si sono distratti ed annoiati.


Il film poi si divide in due parti, montate alternativamente. La seconda parte contiene tutte le trappole sentimentali e melodrammatiche, paterne, filiali e di coppia.
Un addolcito e imbolsito Michael Douglas, poco credibile come un Gekko redivivo, che rifà fortuna a Londra, cerca con ogni mezzo di ottenere il perdono della figlia.
La figlia, pasionaria di sinistra, va a letto con il nemico speculatore, ma vuole solo piangere su un padre ritrovato. Il nuovo rampante, più che un fiero vendicatore del suo padrino, fa la figura del pulcino bagnato. E stranamente il cattivo Bretton James, diventa il personaggio più azzeccato e quasi simpatico.

La domanda finale –da un milione di dollari- è questa: il film è frutto della nuova ipocrisia americana, che copre con un "vogliamoci bene" le peggiori turpitudini di un sistema finanziario, sovvenzionato dal governo per continuare a rovinare genti e nazioni, oppure Oliver Stone, a corto di idee, ha fatto solo un remake non riuscito?
O forse si è trattato di una ennesima "speculazione finanziaria", visto che Stone, oltre che autore del soggetto e regista, é anche il produttore insieme a Michael Douglas?



La recensione di Roberto Leggio
Oliver Stone rimesta nuovamente il “cancro” della finanza
Wall Street - Il denaro non dorme mai
La New Economy e Gekko il "principiante"



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World Trade Center
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(Martedì 26 Ottobre 2010)


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