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![]() Gruppo di Trappisti in un int(f)erno Uomini di Dio La “missione” ed il dilemma umano di Roberto Leggio “Alla fine vennero a prenderli e li fecero camminare nella neve…” Passatemi la poetica, ma il film si chiude con una scena da storia del cinema. Il resto, tutto il resto, è un capolavoro momenti di preghiera, fede negli altri (tutti, amici e nemici), aiuto al prossimo, dubbi feroci (etici e spirituali), certezza del martirio. Uomini di Dio è la storia vera di quei sette monaci trappisti che sequestrati dai guerriglieri della GIA (un gruppo di estremisti islamici), furono decapitati e ritrovati dopo mesi tra le montagne dell’Atlante algerino. Il tema è abbastanza spinoso, perché pone l’accento sulla difficile convivenza tra religioni, senza contare che “siamo tutti figlio di un unico Dio”. Lo dichiara l’Abate Christoph (un eccellente Lambert Wilson) quando il primo gruppo di guerriglieri entra nel piccolo convento la notte di Natale. Sembra un’elegia sulla diversità di un credo, invece è una possibile (anzi doverosa) presa di posizione sull’uguaglianza di fede.
(Mercoledì 27 Ottobre 2010) |
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