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Quattro giorni di cinema francese a Firenze

France Odeon

Molte anteprime e curiosità


di Roberto Leggio


Roma – La cosa difficile era colmare il vuoto lasciato da France Cinema, vetrina di cinema Francese, che per ventitrè anni ha mostrato novità e tradizione della produzione transalpina. France Odeon, la nuova manifestazione che si tiene sempre a Firenze, in qualche modo ha ereditato la formula lasciata in eredità da Aldo Tassone, famoso padron del festival. Giunta alla seconda edizione, France Odeon (che si terrà alla Sala Odeon dal 21 al 24 Ottobre), come l’anno scorso, rinuncia a interessanti incontri con gli autori, puntando sul cinema francese a 360°. Molte anteprime, cinque solo per l’Italia, faranno da cartina al tornasole per avvicinare il pubblico nostrano ad una delle più prolifiche produzioni europee. “Con duecento cinquanta film all’anno, la Francia dimostra di essere all’avanguardia in Europa”. Ha esordito alla conferenza di presentazione, tenutasi oggi all’Ambasciata di Francia a piazza Farnese a Roma, il direttore artistico Francesco Martinotti. La sua è asserzione, ma anche una piccata critica nei confronti del governo italiano, soprattutto del Ministero dei Beni Culturali, che proprio negli ultimi giorni ha definito ulteriori tagli alla cultura (in genere) nel nostro paese. “In Francia il cinema lo difendono – ha continuato Martinotti – e noi nel nostro piccolo cerchiamo di avvicinare il pubblico italiano a questa evidente realtà”. E quindi, oltre le polemiche, France Odeon, darà spazio a film di ogni genere e natura. Dall’animazione (L’illusionista tratta da una sceneggiatura di Jacques Tati), all’horror (La Meute), alla caustica commedia sociale (Mammuth con Gerard Depardieu), alla questione dei sans papier (Illegal), alla “rincarnazione spirituale” (L’Arbre) e al dramma adolescenziale (Belle Épine). Da segnalare anche un film sugli ultimi giorni di Stalin (Une exécution Ordinaire) e un bel film a sorpresa (una commedia) che uscirà anche in Italia distribuito alla fine dell’anno. Certo non ci saranno incontri di rilievo, ma in occasione della morte di Claude Chabrol, Aldo Tassone, omaggerà le grand jueur con una conferenza e la proiezione di Merci pour le chocolat, irriverente accusa alla perbenismo della borghesia francese. “Chabrol era un amico” ha chiosato Tassone “ma soprattutto è stato un regista che aveva il coraggio di sparlare dei difetti dei francesi. Onorarlo oggi è un atto dovuto.” Parole che mettono in luce l’anima di un grande autore, padre fondatore della Nouvelle Vague, che ha lasciato un grande buco non solo nella cinematografia francese, ma anche in quella mondiale.

Quarta edizione del “festival” più lungo del mondo
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(Venerdì 15 Ottobre 2010)


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