 Ennesimo capitolo della saga Resident Evil:Afterlife Regia priva di ispirazione.
di Mirko Lomuscio La saga del movie game Resident Evil continua ad andare avanti inesorabilmente, alla ricerca del successo sicuro con l’utilizzo di effetti speciali a non finire per gli appassionati del genere. Dopo aver alternato le regie dei capitoli due e tre rispettivamente all’esordiente Alexander Witt e al veterano Russel Mulcahy, dietro la macchina da presa torna il creatore del capostipite: Paul W. S. Anderson. . Questo quarto capitolo, concepito per la tecnologia del 3 D, riprende le gesta da dove eravano rimasti. Alice (Milla Jovovich) ed i suoi molteplici cloni, vanno all’attacco verso la sede giapponese della tanto temuta Umbrella corporation, ovvero la multinazionale che ha creato e diffuso il morbo dei morti viventi: il T-Virus. A seguito di questa incursione spettacolare, con tanto di sparatorie ed esplosioni ad effetto, la nostra si ritroverà poi in un viaggio verso Los Angeles, alla ricerca della misteriosa Arcadia, unica zona dove l’epidemia non ha colpito nessuno. Nel tragitto ritroverà anche la sua vecchia amica Claire Redfield (Ali Arter), vittima di un’amnesia causata da un marchingegno dell’Umbrella, ed un gruppo di superstiti barricati in un’ enorme costruzione di cemento circondato da miriadi di morti viventi. Il luogo sembra essere sicuro, ma poi tutti dovranno scappare verso la salvezza guidati dalla combattiva Alice.

Il ritorno di Anderson alla regia toglie alla saga l’elemento primario su cui anche il video gioco si basava: la presenza dei morti viventi. Il film è un compendio di alta tecnologia e movimenti di macchina pirotecnici evidenziati dall'uso del 3 D, ma manca dell’intera atmosfera apocalittica presente nel terzo capitolo. Il regista vira, invece, vira sempre più sul fantascientifico. Scazzottate e sparatorie con inquadrature a ralenty inoltre, più che esaltare lo spettacolo, rischiano di rasentare il ridicolo grazie alla loro eccessiva durata, tanto da ricordare quelle del mediocre House of the dead di Uwe Boll. Solo la presenza della Jovovich in versione amazzone guerriera vale da se metà della visione. Ciò non basta, però, per alzare le sorti di una regia priva di ispirazione e sempre dedita allo stordimento tramite musica hi tech a tutto volume. La ricomparsa di uno dei personaggi tanto cari alla serie di Resident evil nel finale che apre le porte ad un quinto capitolo.
giudizio: *

(Sabato 11 Settembre 2010)
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