 Il ritorno al cinema di Mel Gibson Fuori controllo Con un action movie deludente diretto da Martin Campbell
di Mirko Lomuscio Mel Gibson torna sul grande schermo come protagonista, dopo otto anni di assenza (da Signs di M. Night Shyamalan), con Fuori controllo, action thriller diretto dal regista Martin Campbell autore, fra l'altro, di Casino Royale. Gibson è Thomas Craven, un veterano poliziotto della omicidi che rimane vittima di una grave tragedia: sua figlia Emma (Bojana Navakovic), tornata a casa dopo un lungo periodo d’assenza, viene assassinata davanti ai suoi occhi sulla soglia di casa. Il movente sembrerebbe essere legato a Thomas, ma l’uomo non vedendoci chiaro porta avanti un’indagine personale che lo trascinerà verso la verità e verso la follia completa causata da un forte desiderio di vendetta. Anche se sulla carta potrebbe sembrare un film accattivante, in quanto trama e situazioni richiamano alla mente film come Commando o Io vi troverò, Fuori controllo è, invece, un film deludente. Soprattutto se consideriamo il fatto che lo sceneggiatore è William Monahan, lo stesso che è stato insignito di un premio Oscar per il film diretto da Martin Scorsese The departed-Il bene e il male. Da tali premesse si intuisce che Fuori controllo non è un film d’azione dove i morti si contano a bizzeffe ma è un concentrato di indagini incentrate su cospirazioni e raggiri burocratici.

Un Gibson invecchiato si getta in questa storia con le migliori intenzioni, cercando di tirare fuori qualcosa di particolarmente toccante grazie alla sua interpretazione sofferta. Ma il risultato non cambia: il film manca mordente in grado di affascinare lo spettatore. Campbell è un bravissimo artigiano della macchina da presa, però il suo film non cattura e va avanti di indagine in indagine creando solo un po’ di noia, salvo qualche momento di esplosione violenta. Spicca per mefistofelica e ironica presenza il bravo Ray Winstone anch’egli interprete di The departed-Il bene e il male che, con Fuori Controllo condivide anche il produttore premio Oscar Graham King. Chissà se la regia di Scorsese sarebbe riuscita a valorizzare persino il noioso script di Monahan. Il dubbio resta ma noi lo escludiamo. giudizio: * 1/2

(Lunedì 22 Marzo 2010)
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