 Due ragazzine guardano il mondo, con saggezza Il riccio e Pauline Due film francesi: uno di oggi e l'altro di molti anni fa
di Pino Moroni Ho visto un bel film, anzi due. Finalmente.
Il primo mi ha fatto capire lo sguardo dell’adolescenza sulla educazione sentimentale e sessuale, tra chiacchiere inutili, tradimenti e ipocrisie (Pauline alla spiaggia di Eric Rohmer -1982).
Il secondo mi ha rivelato lo sguardo dell’adolescenza sulla educazione civile e sociale tra mediocrità, convenzionalismo e snobismo ( Il riccio di Mona Achache - 2009).

Pauline alla spiaggia Pauline è una adolescente di quindici anni che non ha ancora avuto il suo primo vero amore. In vacanza con la cugina separata, scopre, in un chiacchiericcio continuo sulle cose della vita, gli inganni, i fraintendimenti e le fragilità dell’essere umano.

Pauline alla spiaggia In un balletto turbinoso di incontri e scontri, equivoci e rivelazioni tra la bella cugina, un ‘tombeur de femme’, un giovane sportivo, un ragazzino ed una venditrice ambulante, Pauline va a diventare matura, con una maggiore cognizione ed esperienza sulle reali modalità dei rapporti sentimentali e sessuali. Senza più troppe illusioni sull’amore, sempre idealizzato dagli adolescenti o raccontato dai grandi, con superficialità, nelle discussioni da salotto.

Il riccio Il libro “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery (2006) è stato un caso editoriale. Un successo in Francia nel 2007 ed ora anche in Italia, ma anche il film, anche se la scrittrice lo ha disconosciuto, è molto interessante e nel suo genere ben realizzato. Paloma è una adolescente di tredici anni che ha capito troppo presto il senso della vita e non vuole diventare, da grande, come tutti, un pesce rosso dentro una boccia. Un padre politico, una madre professoressa in analisi continua ed una sorella maggiore già isterica. Parenti, amici, nonché gli abitanti del palazzo, superficiali pieni di boria e di ignoranza. Paloma è bene istruita e molto creativa: parla giapponese e dipinge quadri e fumetti. Ma pensa di essere così sola nella sua sensibilità che vuole suicidarsi il giorno del suo compleanno.

Il riccio La scoperta di due altri personaggi, sensibili, raffinati e culturalmente preparati le farà cambiare idea. Un gran signore giapponese, Kakuro Ozu, nuovo inquilino del suo palazzo, la metterà in contatto con la portinaia Renée (la brava attrice Josiane Balasko) che sempre con il suo gatto e la sua facciata tradizionale, nasconde invece, dietro la sua ruvidezza e banalità, uno spirito elevato e culturalmente preparato. In un mondo, fatto di mediocrità, falsità ed indifferenza, tre anime belle, con affinità elettive e superiori, si sono incontrate e si aiutano a vicenda a rivelarsi. Chi guadagnerà di più sarà l’adolescente Paloma, che imparerà ad amare la vita ed a sviluppare le cose belle che ha dentro, altri, come lei, che le possono apprezzare.
La morale del film è che solo la sensibilità discreta della cultura (l’eleganza del riccio) fa apprezzare la vita e la rende degna di essere vissuta, anche in una normale, mediocre quotidianità.
(Giovedì 11 Marzo 2010)
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