 Brutta commedia dell'esordiente Claudio Insegno Alta infedeltà Fa rimpiangere la volgarità dei cinepanettoni
di Mirko Lomuscio Claudio Insegno, fratello del ben più noto Pino (quello della Premiata ditta),esordisce alla regia cinematografica con Alta infedeltà, commedia degli equivoci, tratta da una sua opera teatrale, che guarda un po’ alla tradizione comica delle opere francesi e americane di una volta, quelle di Francis Veber o Neil Simon tanto per intenderci. La storia ruota attorno alla vita del seduttore Filippo (Pino Insegno), un irresponsabile donnaiolo, sposato da anni con Magda (Marta Altinier), che vive in una bellissima villa persa nel verde. Ma l’incontro con l’americana Giuly (Justine Mattera) sarà per lui fatale; tra i due nascerà l’amore, senza che però lei venga a sapere del suo matrimonio. Questo fino a quando la giovane straniera non va ad abitare proprio davanti casa di Filippo, il quale, pur di nascondere tutto alla moglie, coinvolge lo sventurato amico Giorgio (Claudio Insegno). Da qui nascono una serie di equivoci che vedranno protagonisti sfoggiare una galleria di personaggi fuori dal comune.

Tanto per la cronaca sarebbe meglio cominciare ricordando che autori come Veber e Simon hanno dato alla luce opere teatrali che hanno ispirato film come Il vizietto di Edouard Molinaro e La strana coppia di Gene Sacks, in entrambi i casi capisaldi sia del palcoscenico che del grande schermo. Partendo dal presupposto che l’Alta infedeltà teatrale non era di per sè un testo di grande rilevanza da giustificare una trasposizione cinematografica, nasce spontanea una domanda: come è potuto venire in mente all’esordiente Claudio Insegno di dirigere questo film con gli stessi tempi del palcoscenico? Il film possiede, infatti, un senso della narratività filmica pari a zero? Dopo solo dieci minuti il film fa capire su che binari si sta conducendo l’intera operazione. Poi va avanti a fatica e insopportabilmente, coinvolgendo più attori possibili. Abbiamo un Marco Messeri (La prima cosa bella) isterico cameriere gay, la Mattera (Go go tales) oca di turno dalle dubbie doti recitative, i due fratelli Insegno che si inseguono urlandosi contro, neanche fossero due cartoni animati della Looney Toones. C'è poi anche Biagio Izzo (Natale sul Nilo) nel ruolo del padre (!) della Mattera e Maurizio Casagrande (L’amico del cuore) un asmatico personaggio secondario che fa capolino di tanto in tanto (come il resto del cast d’altronde). Segnaliamo, inoltre, tristi apparizioni a sorpresa di celebrità del tubo catodico come Sara Tommasi e Carolina Marconi o ex celebrità come Sandra Milo. Ad un certo punto si rimpiange anche quel pizzico di volgarità che tante, cosiddette, recenti mediocri commedie italiane ci portano ogni tanto. Almeno quelle fanno ridere di pancia e smorzano l’imbarazzo dell’intera operazione. Neil Simon e Francis Veber? Ma per favore, certi punti di riferimento non andrebbero neanche menzionati. giudizio: *

(Domenica 28 Febbraio 2010)
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