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Esce dal Cinepanettone grazie a Pupi Avati

Christian De Sica

Ruolo drammatico nel film "Il figlio più piccolo"


di Oriana Maerini


Roma. A venti minuti dalla fine del film, prima dell'incontro con la stampa, si siede in sala per vedere la sua trasformazione. Christian De Sica è passato dal CinePanettone di Neri Parenti al cinema sociologico di Pupi Avati. Un salto che ora sembra una novità assoluta ma pochi sanno che il popolare comico, figlio del grande maestro del nostro neorealismo, ha iniziato la sua carriera proprio sul set del regista bolognese. Nel 1976, recita, infatti, in Bordella, quarta pellicola di Pupi Avati sceneggiata anche da Maurizio Costanzo dove recita accanto a Gigi Proietti e Al Lettieri. Poi la sua carriera è andata "in vacanza" quando, nel 1983 ha iniziato la sua collaborazione con Carlo Vanzina per Vacanze di Natale che lo ha portato a una lunga serie di ruoli nelle commedie popolari del filone "vacanze". Un ruolo "ingessato" che lo ha etichettato ormai in una comicità di genere caciarona e volgare da cui l'attore sembra volersi riscattare.
Nell'ultima fatica di Avati intitolata Il figlio più piccolo (che chiude la trilogia sul padre dopo "la cena per farli incontrare" e "il papà di Giovanna") De Sica interpreta con grande bravura Luciano, un uomo che usa tutto e tutti (compreso il figlio minore) per tentare di mantenere il proprio impero immobiliare, una holding costruita con loschi traffici, raccomandazioni e connivenze.
Ora il panettone lo porto in mano! - con questa battuta De Sica (riferendosi alla scena del film dove esce dal carcere con un panettone, regalo del direttore.) stigmatizza l'uscita dal genere popolare che gli ha donato la popolarità

Com'è lavorare con Pupi Avati?
Un'esperienza diversa e unica. Io sono abituato a registi che mi chiedono di urlare sul set; lui invece mi incitava a mantenere un registro basso, un'interpretazione pacata e sobria.

Ma avevate già girato un film insieme?
Si, oltre trent'anni fa nel film Bordella. Ricordo che lui indossava una maglietta con scritto "Dott strange love". Fu una delle mie prime apparizioni sul grande schermo e un critico scrisse che andavo a ruota libera...

Secondo lei perchè Avati l'ha scelta per interpratare Luciano?
Credo che abbia avuto fiducia nella mia possibibiltà di interpretare un personaggio di facciata, un venditore di nulla. Il mio Luciano è tutto sommato una persona simpatica che è riuscita a costruire un impero di carta.

Per lei è una sfida?
Si perchè in questo film, invece di spingere sul pedale della commedia ho dovuto lavorare per sottrazione. Ora spero che il pubblico, da anni abituato ad una sola caratterizzazione, riesca ad apprezzare questa mia metamorfosi.




Il figlio piccolo è un racconto molto amaro della società odierna...
Si, è una pellicola che punta l'indice sul successo facile, sull'adorazione del dio denaro, sulle raccomandazioni di vallette e attrici. L'Italia peggiore dei nostri tempi ma gli italiani non sono tutti così.

Che vuol dire?
Noi siamo anche essere diversi. Siamo i figli di quegli italiani dal cuore d'oro che maestri come mio padre, Rossellini ed altri hanno descritto in modo eccelso.

Nel film il figlio è costretto a prendere il posto del padre, nella vita che padre è lei?
Mio figlio Brando ha deciso di seguire le mie orme ed io lo incoraggio a fare le sue esperienze. Abbiamo lavorato insieme come attori e lui ha girato un film tratto da un mio spettacolo teatrale. (Christian ha diretto il figlio in Tre, e Brando ha girato Parlami di me, tratto dall'omonimo spettacolo teatrale interpretato dal padre)


Debutto alla regia di Brando De Sica
Parlami di me
Visto al Festival di Roma

Incontro con il cast, il regista e il produttore
Natale in Crociera
Alla vigilia dell'uscita in sala

YANG
Pupi Avati
Per coraggio e dinamismo



(Martedì 9 Febbraio 2010)


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