 Secondo cortometraggio di Andrea D'Asaro Mare nostro Una storia di solidarietà in mare..
di Francesco Castracane “Dedicato a tutti coloro che intraprendono un viaggio per conoscersi, migliorarsi, fuggire la sofferenza e vivere in pace su questo piccolo e tormentato pianeta.” Con questa breve riflessione si conclude il rarefatto e interessante cortometraggio di Andrea D'Asaro. Il regista è autore di un precedente cortometraggio, “Borderline” , vincitore del premio speciale "Miglior corto" al Mentana Corto Festival e del premio “Miglior fotografia” al Marsala Film. In questo suo secondo lavoro D'Asaro svolge un tentativo di raccontare una piccola storia di solidarietà sul mare attraversato dai barconi degli immigrati. Durante la notte un’imbarcazione che trasporta dei profughi, naufraga a largo delle coste siciliane. Il mattino seguente, al porto di Trapani, Marcello si prepara ad una battuta di pesca in apnea, ma il suo abituale compagno non può accompagnarlo. A sostituirlo si presenta Mimì, un tipo allampanato. Durante l’immersione di Marcello, Mimì si ritrova a tu per tu con il cadavere di un profugo e preso dal panico si allontana da quel luogo perdendo il senso dell’orientamento e di conseguenza il punto d’immersione di Marcello. Durante l’immersione, Marcello decide di non colpire una cernia. Di lasciarla vivere. Una volta emerso, non trovando più la barca, comincia a nuotare e forse sfiora la morte. Ma poi incontra Ahmed, scampato al naufragio e insieme a lui raggiunge il faro dei porcelli…

Il corto fa venire in mente l’Iliade ed in particolare la storia della lotta fra Achille ed Ettore. Quest'ultimo, nonostante il suo valore, viene ucciso in battaglia da Achille, che fa scempio del corpo del suo nemico. Egli non mostra alcuna pietà per colui che considera il suo acerrimo avversario. Solamente l’arrivo di Priamo, l’anziano padre di Ettore, convince Achille a riconsegnare alla famiglia il corpo straziato del suo nemico. Le similitudini con questo episodio dell’Iliade sono evidenti in quanto il cortometraggio è attraversato dall’antico concetto di pietas, inteso come sentimento che induce l’uomo ad amare e rispettare il prossimo. E’ la pietas che alla fine convince Achille a riconsegnare alla famiglia il corpo disfatto di Ettore ed è la pietas, sentimento istintivo di solidarietà, a permettere a Marcello di aiutare l’immigrato che rischia di affogare al largo del mare di Trapani. Forse è stata la vicinanza della morte o semplicemente il rifiuto della sofferenza e del dolore. Mare nostro è, quindi, un prodotto filmico di buon contenuto e ottima fattura. Le riprese subacquee sono ben realizzate, senza alcuna sbavatura, ben illuminate e rappresentano la parte più interessante dell’opera. La presenza scenica di Marcello Mazzarella è fondamentale per sottolineare i passaggi importanti del film. Particolare menzione meritano le musiche di Gabriele Coen & Mario Rivera. Un lavoro ben fatto, senza fronzoli e ben sviluppato con uno stile di regia essenziale, necessario a fare in modo che la storia possa emergere con la propria identità.
(Giovedì 4 Febbraio 2010)
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