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A Roma per presentare "The Wolfman"

Benicio del Toro

"Interpretare l'uomo lupo è stato come mangiare un dessert"


di Oriana Maerini


"Ogni tanto anche a me piace mangiare il dolce.” – in questo modo Benicio del Toro, a Roma per presentare The Wolfman, la sua ultima fatica cinematografica, giustifica il cambio di rotta della sua carriera. Charme e semplicità. L’attore, vestito con giacca blu e camicia azzurra aperta, ha scherzato dimostrando simpatia e loquacità che non hanno offuscato il suo carisma attoriale. Il premio Oscar che ha da poco smesso i panni del Che nel film di Soderbergh, (ruolo con il quale ha vinto il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes) ha, quindi, voluto prendere una pausa dal suo proverbiale impegno. Del Toro è conosciuto per le sue interpretazioni in film d’autore con ruoli di alto spessore. Ricordiamo quello di Benny Dalmau in "Basquiat" di Julian Schnabel, Javier Rodriguez in "Traffic" di Steven Soderbergh (Oscar come miglior attore non protagonista). Figlio di avvocati, si trasferisce da PortoRico in Pennsylvania e, durante gli studi alla University of California a San Diego, dove segue un corso di economia, scopre il fascino della recitazione. Poi si trasferisce New York per studiare recitazione alla Square Acting School e coronare il suo sogni di diventare attore. “Si, ogni tanto- continua Benicio – mi piace prendermi qualche pausa di relax, come mangiare un dessert dopo troppo cibo salato. Per questo ho accettato il ruolo di Lawrence Talbot un nobile che torna a casa dopo la scomparsa del fratello e scopre di avere un destino terrificante".

E’ stato solo questo il motivo per cui ha accettato di recitare nel fim?
No, mi ha intrigato la sceneggiatura scritta da Andrew Kevin Walzer e David Self che hanno reso il personaggio più attivo e meno vittimista rispetto al film originale e al ruolo che fu di Lon Chaney jr. Poi come potevo dire di no ad un cast formato da Anthony Hopkins e Emily Blunt?

A proposito di Hopkins, com’è stato confrontarsi con un attore-mito?
Un’esperienza unica, il suo stile di recitazione è la meta a cui aspiro. Durante le riprese non potevo fare a meno di fermarmi a guardarlo: lui recita con un leggerezza unica. Quasi un sussurro. La semplicità e l’emotività con le quali interpreta sono degne di un mito del cinema come poteva essere Marlon Brando. Confesso che nutro per lui quasi un timore reverenziale.



Come si è preparato ad indossare i panni dell’uomo lupo?
Il fatto che il personaggio fosse un attore mi ha permesso di attingere alla mia esperienza professionale. Poi, ovviamente, ho studiato tutte le recitazioni degli attori che hanno recitato il ruolo prima di me, infine, mi sono affidato all’intuito. La mia paura era di non cadere nel ridicolo recitando con tutto quel trucco addosso ed allora ho pensato ai cani. Un cane che non mostra i denti è grazioso, accattivante ma se ringhia fa paura. Ecco il mio Wolfman mostra di denti per spaventare.

E’ stato truccato da un maestro del genere….
Si, Rick Baker è il makeup artist più premiato nella storia del cinema. Mi sono affidato a lui totalmente e una parte del merito della riuscita del personaggio va proprio a questo straordinario truccatore. Vedere la mia trasformazione dopo quattro ore di trucco sotto le sue mani è stato affascinante. Meno simpatico, invece, il momento di togliere il trucco. Due ore dopo che tutti se n’erano andati a casa io ero ancora in camerino intento a struccarmi!

E’ stato vestito anche Milena Canonero…
Quando hai come costumista una donna che ha vinto tre oscar e ha lavorato per Kubric in Barry Lindon non puoi fare altro che affidarti a lei. Milena è così creativa che mi ha dato anche degli imput sul set. C’era una scena in cui indosso un pesante mantello che mi impegnava oltre due minuti per la vestizione. Lei mi ha detto: “sei un uomo ricco che può permettersi di dimenticare il mantello nella stanza. Lascialo lì ed esci con naturalezza”. Il suo suggerimento ha funzionato: nel film non stona affatto questo cambiamento di look.

Perche, secondo lei, i monster movie sono tornati di moda in questo periodo?
Non credo, in realtà, che il genere siamo mai passato di moda. Fin dai tempi del muto, dal Vampiro di Murnau, passando per Frankenstein, la Mummia e l'uomo invisibile: queste figura misteriose hanno da sempre affascinato il pubblico di ogni epoca. Il significato a mio avviso è molto profondo: finchè l’uomo non scoprirà cosa c’è dopo la morte sarà sempre attratto dal mistero, dall’ignoto. Si aggrappa a quello che non conosce per credere in qualcosa che vada al di là della realtà terrena.

Cos’è cambiato oggi nella figura del mostro?
All’inizio il mostro era dipinto con una sfumatura romantica, era fallibile e veniva ucciso. Poi, negli anni 70 divenne invincibile. Ora siamo tornati ad alla figura di un essere ignobile ma con l’anima che alla fine perde. Che sia il punteruolo per il vampiro o il proiettile d’argento per l’uomo lupo alla fine tutti i mostri hanno il loro tallone d’acchille.

Quando tornerà al salato, dopo questo assaggio di dessert?
Un attore con controlla totalmente la sua carriera. A me piace diversificare i ruoli e, visto che il film di Scorsese è stato posticipato ora sono libero da impegni.Come produttore potrei tornare a pensare a pellicole “salate” ma ancora non ho progetti.



Trailer e trama, in anteprima.
Wolfman
Nel cast Benicio Del Toro e Anthony Hopkins
Dal 19 febbraio al cinema.

Il primo trailer in esclusiva
The Wolfman
Nel cast Benicio Del Toro e Anthony Hopkins
Nelle sale a febbraio 2010

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Che - L'argentino
A metà tra la fiction e il documentario

Del Toro girerà il remake di 'The WolfMan'
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Nelle sale nel 2010
Ve lo immaginate Benicio Del Toro con gli occhi gialli da Lupo Mannaro?



(Mercoledì 27 Gennaio 2010)


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