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Un documentario di Giovanna Gagliardo

Vittime

A quarant’anni dalle bombe di Piazza Fontana


di Sandro Russo


A quarant'anni dalla strage di piazza Fontana, è stato presentato al pubblico, oggi, al Piccolo Teatro di Milano, ristrutturato e restaurato, il documentario ‘Vittime’ di Giovanna Gagliardo. Nato su iniziativa della AIVITER (Associazione Italiana Vittime del Terrorismo) e con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il documentario non verrà distribuito nelle sale. Sono previsti per esso dei circuiti alternativi tra i quali, soprattutto, la proiezione nelle scuole. Nei 90 min. circa di visione sono rievocati, dalla parte delle vittime, i trent’anni della stagione del terrorismo italiano, con un percorso a ritroso che va dall’uccisione dell’agente di Polizia ferroviaria Petri, del 2003, alla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969.
Nell’ambito di questo trentennio - di stragi e uccisioni isolate che hanno fatto centinaia di vittime e migliaia di feriti – gli ‘anni di piombo’ si riferiscono propriamente al periodo di maggiore diffusione del fenomeno, tra il 1969 e il 1980. La denominazione è stata mutuata ‘a posteriori’ dal titolo del film ‘Anni di piombo’ di Margarethe Von Trotta del 1981 (Leone d’oro alla 38ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia) che si riferiva peraltro al terrorismo tedesco degli anni ’70 ed era centrato sulle vicende della Rote Armee Fraktion (RAF) e della Banda Baader-Meinhof.
Il documentario della Gagliardo riassume una ventina di testimonianze con un’idea portante: quella di restituire la memoria alle vittime del terrorismo, ai sopravvissuti, ai loro familiari. Un'idea che uno degli intervistati esprime con questa frase: “Percorsi personali, quasi privati, che ci restituiscono, insieme alle personalità, i progetti e le idee degli uomini e delle donne a cui è stata spezzata la vita, il dolore e il lutto dei parenti, la loro solitudine, e la coscienza certa che il loro destino è un fatto che riguarda tutti noi”.
Vittime, per assunto programmatico, non entra nel merito di un’analisi politica dei fatti ma si attiene strettamente alle sue conseguenze sul piano umano. Molte delle vittime erano cittadini inermi o, per il fatto di indossare una divisa, considerati simboli da abbattere. Eppure una intelligenza politica del fenomeno ha ancora la sua attualità, dal momento che molte di quelle vicende non sono mai state chiarite. Lo sottolinea, nel documentario, uno degli scampati all’attentato alla Banca dell‘Agricoltura mentre con lucidità racconta gli incubi e il male di vivere che sono il marchio di molti sopravvissuti. Ancora adesso, dichiara, a quarant’anni dai fatti e dopo una montagna di atti processuali, che non saprebbe dire da chi fu messa la bomba.
La focalizzazione sullo strazio degli uccisi e dei sopravvissuti, sul dolore dei familiari e lo sconvolgimento delle loro vite, mette in secondo piano la gravità dell’assenza di una verità accertata sui fatti. In particolare questo pesa sulla vicenda di piazza Fontana che fu il primo degli episodi di quella sciagurata stagione. I depistaggi, le false notizie e i balbettii dei poteri costituiti che fecero seguito alla strage, furono in qualche misura l’innesco della spirale di violenze che si sarebbe manifestata di lì a poco.

giudizio: * *


L’utopia della lotta Armata
La prima linea
Rigorosa ricostruzione storica del più buio periodo della Repubblica

DVD che narra il novecento visto dalla parte di lei
Bellissime
Un documentario di Giovanna Gagliardo.
Realizzato attraverso i materiali dell'archivio
dell'Istituto Luce.



(Sabato 12 Dicembre 2009)


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