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Il film di Joel e Ehan Coen

A serious man: il principio di indeterminazione

Il “caso fortuito” si diverte a influenzare una vita


di Pino Moroni


Dopo aver visto Non è un paese per vecchi sembrava di aver capito tutto sulla filosofia che caratterizza la cinematografia dei fratelli Coen.
Il mondo è fatto di regole che ormai vengono disattese e si sta andando verso il caos; ma anche il caso ha la sua parte nella vita quotidiana. Per Javier Bardem, killer schizofrenico del film, chi si trovava sulla sua strada aveva la possibilità di decidere della sua sorte solo con un ‘testa o croce’. Ora nel film A serious man i fratelli Coen hanno rivelato in pieno la loro filosofia basata sul “principio dell’indeterminazione”.
Il protagonista, che è un professore ebreo di matematica e di fisica, spiega ai suoi allievi, con formule alla lavagna, appunto il principio dell’indeterminazione di Heisenberg. Sull’argomento hanno discusso grandi scienziati, ma ai fratelli Coen interessa solo una sua applicazione antropologica.

Vediamo allora l’applicazione di questo principio alla storia del loro film: il professore ha una famiglia normale, composta da moglie, due figli ed un fratello scapolo. Insegna in un liceo ebreo e sta per diventare di ruolo. Abita in una di quelle casette bianche americane con tutti i confort, compreso il giardino. Segue pedantemente le tradizioni della sua razza, consultando, al bisogno, i grandi rabbini.



Ed ecco che una serie di circostanze avverse vengono a turbare la sua tranquillità.
È un uomo serio e maturo e prende tutto con una certa filosofia, forse con la stessa semplicità cui si riferisce la frase della Bibbia su Giobbe in apertura del film.
La moglie lo informa che vuole divorziare ed è il caso che, con suo fratello, vada a vivere in un motel.
La scuola riceve lettere anonime che lo screditano.
Uno studente coreano tenta di corromperlo per farsi promuovere e poi lo ricatta. Il vicino gli ruba parte del prato.
Il fratello, genio incompreso, si fa arrestare per gioco d’azzardo.
Sfascia la macchina.
Si trova a pagare tariffe di avvocati, assicurazioni, club ai quali il figlio liceale si iscrive.
I grandi rabbini, che dovrebbero dargli conforto, lo confondono con le loro criptiche ed insulse storie.


Ed ecco che, di nuovo, il “principio dell’indeterminazione” viene a cambiare il corso di una vita.
L’amante di sua moglie muore e, in occasione della sua maturità, nella cerimonia di ingresso del figlio nella comunità ebraica, ritrova la sua compagna.
Viene a sapere di essere stato incaricato di ruolo all’università.
Come ‘l’ultimo dei giusti’ o degli onesti promuove lo studente coreano, intasca i soldi della corruzione e paga i debiti.
Non so molto sul principio di Heisenberg, che sono portato a chiamare del “caso fortuito” e quanto possa influenzare una vita od il mondo, ma in questo film i fratelli Coen si sono divertiti molto.
Del resto, in film come Fargo, L’uomo che non c’era, Il grande Lebowski o Burn after reading, tutte le macchinazioni preparate dai vari personaggi sfuggono di mano, come non fossero mai state pensate, ma calate sugli uomini da un fato cieco ed oscuro.
Quello che piomberà addosso all’uomo semplice di A serious man sta per travolgere anche altri.
Già, perché con il nostro maledetto soggettivo non riusciamo a capire che se c’è un principio naturale o trascendentale, che supera le banali regole umane, e vale per sempre e per tutti.


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(Giovedì 10 Dicembre 2009)


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