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Un'opera con i testi di Vincenzo Cerami e le musiche di Philip Glass

Le streghe di Venezia

Spettacolo di alto valore artistico e morale


di Oriana Maerini


Roma. E' veramente fantastica e fantasmagorica la regia di questa nuova versione di “Le streghe di Venezia”, l’opera che Philip Glass aveva composto per la fiaba del veronese Beni Montresor nel lontano ‘95 e ora riproposta, in prima assoluta, in occasione del Natale all’Auditorium, per la rassegna Contemporanea, da Musica per Roma. I testi sono di Vincenzo Cerami e la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Grazie alla geniale sperimentazione del regista l’opera, che racconta la storia della “pianta-bambino”, acquista maggiore magia e seduzione. Corsetti ha scelto, infatti, di usare la tecnica "Blue screen" conosciuta al cinema per gli effetti speciali (consiste nel fare recitare gli attori davanti a un pannello blu verde al posto del quale viene inserito uno sfondo "virtuale", generato al computer) e ci fa assistere ad un'opera cinematografica sul palcoscenico amplificando la performance degli artisti e l'atmosfera fantastica. Particolarmente affascinanti e gotiche risultano essere le scene che mostrano l'avventura del bambino all'interno della casa delle streghe. Il potere e la forza delle immagini amplifica così la fascinazione musicale, l'interpretazione degli artisti e la bellezza delle scenografie. Bravissimi anche i musicisti del Parco della Musica Contemporanea Ensemble (PMCE)
La trama narra della disperazione del Re di Venezia a causa della mancanza di un futuro erede al regno. Le fate di Venezia per aiutare il Re offrono alla corte una pianta magica. Non comprendendone il valore il Re la regala ad un servo che la pianta in giardino. Come predetto dalle fate da questa pianta nasce un bambino, erede legittimo del trono. Il sovrano impaurito dalla magia rinchiude la 'pianta-bambino' in un cortile segreto. Il bambino disperato e solo, con l’aiuto degli uccellini e del vento loro amico viene a conoscenza di una gemella 'pianta-bambina', tenuta rinchiusa nel palazzo delle Streghe di Venezia.
Grazie ai suoi amici costruisce con il legno dei suoi rami un fantastico piccione di legno per cercare la sua anima gemella. Dopo pericoli e straordinarie peripezie con grande coraggio sconfigge le Streghe di Venezia e, liberando la 'pianta-bambina', volano via insieme verso la libertà. Oltre il valore artistico l'opera presenta anche un alto valore morale: fa riflettere su come l’infanzia e la sua innocente immaginazione, senza alcuna discriminazione, meritino sempre attenzione e rispetto, in quanto spirito ed essenza della libertà del mondo.



Le streghe di Venezia
Auditorium Parco della musica
dal 5 al 7 dicembre

musica di
Philip Glass
libretto di
Beni Montresor
testo di
Vincenzo Cerami
regia di
Giorgio Barberio Corsetti
PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Tonino Battista direttore

scenografia di
Giorgio Barberio Corsetti e Mariano Lucci
costumi di
Marina Schindler
coreografie di
Julien Lambert

Carmen Romeu la fata, la strega madre
Anna Goryacheva la domestica, la strega
Gianluca Bocchino il re
Simone Alberti l'orco

Matteo Graziani, Francesco Passaretti pianta-bambino
Daniela Sbrigoli, Maria Luisa Paglione narratrice

Cantori del Coro Arcobaleno dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Carmela Ansalone direttore
Giulia Barbano, Greta Bartolini, Aurora Benedetti, Lidia Blumetti, Gerardo Simone Caruso,
Giulia Gabrielli, Sara Libera, Elena Sofia Mascagni, Andrea Perazza, Gaia Sicolo, Valentina Verzola, Giada Zocchi

Julien Lambert, Erika Bettin, Daniele Sorisi, Laura Trefiletti acrobati

PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Oscar Pizzo piano
Walter Roccaro piano
Fulvia Ricevuto percussioni
Manuel Zurria flauti
Francesco Sorrentino violoncello
Paolo Ravaglia clarinetti



(Sabato 5 Dicembre 2009)


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