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Ottimo film di fantascienza con metafore sociali

District 9

Girato dall'esordiente Neill Blomkamp


di Mirko Lomuscio


Metà falso documentario, metà vero intrattenimento, District 9, del giovane esordiente Neill Blomkamp, è un film che ha da offrire molto di più di quello che sembra. E' un’opera intelligente, con una trama fantascientifica, che racconta una pagina sociale che non differisce molto dalla realtà. Tutto ha inizio più di venti anni fa, a Johannesburg, dove un’enorme astronave aliena si ferma portando i suoi passeggeri sul suolo terrestre. Qua le autorità locali ospiteranno i nuovi abitanti del pianeta limitandoli in una zona limite chiamata Distretto 9: una sorta di ghetto simile ad una baraccopoli.
Ora, dopo un lungo periodo di permanenza, per i cittadini del luogo è arrivato il momento di cacciare via questi alieni da dove sono, causa motivi di intolleranza tra la razza umana e quella extraterrestre.
Il funzionario della MNU, associazione governativa che si occuperà dello smistamento programmato, Wilkus van der Merwe (Sharlto Copley) avrà il compito di coordinare tale operazione e durante tutto ciò avrà la sfortuna di imbattere un inconveniente a dir poco grave.
L’uomo ben presto si ritroverà contaminato da un liquido alieno che lo vedrà essere sottoposto a diversi controlli scientifici imposti dall’MNU.
Per Wilkus il ritorno alla normalità non sarà facile, la lotta verso la normalità sarà lunga e sanguinosa .



Piccola sorpresa che ogni tanto il mondo della celluloide ha il buon gusto di regalarci, District 9 è un film che sprizza genio e intelligenza ad ogni fotogramma. Infatti il lavoro del talentuoso Blomkamp è di quelli degni di nota: il suo è uno sguardo arguto sul mondo della fantascienza come non se ne vedevano da tempo.
Partendo da un incipit che molto ha in comune con la serie tv V-Visitors (l’astronave che incombe ferma a mezz’aria, una comunità aliena insediata nella nostra società umana), District 9 non si limita al solo entertainment; parte da docu-fiction e poi sfocia in dramma che diventa puro delirio action, con effetti speciali (a cura della WETA de Il signore degli anelli) spettacolari e momenti crudi che guardano al cinema splatter e a quello di Cronenberg ne La mosca. La prima mezz’ora, quella del cinegiornale con tanto di smistamento alieno, è degna di nota per ritmo e coinvolgimento, quindi lode al montatore Julian Clarke, per il resto Blomkamp non si affida più solo a macchine a mano e montaggi frammentati ma racconta una storia veritiera con tanto di violenza cruda, tramite uno sguardo realistico. Forse è azzardato dire che District 9 fa con la fantascienza ciò che il cinema di George A.Romero ha fatto con l’ horror: raccontare una situazione sociale attuale tramite storie metaforiche che rispecchano il genere. Alla fine si ha la sensazione di aver assistito non solo ad un’opera di intrattenimento ma a qualcos’altro di più importante. Il solo rimprovero riguarda una durata eccessiva, complice la serie di colpi di scena che ha in serbo la trama.
Produce il grande regista Peter Jackson (la trilogia de Il signore degli anelli) e ciò charisce, ulteriormente, le radici della perferzione del film.

giudizio: * * *



(Lunedì 5 Ottobre 2009)


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