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"Prove aperte" alle Officine Marconi di Roma

Il Flauto magico dell’OPV

L'Orchestra di Piazza Vittorio


di Pino Moroni


L’orchestra di Piazza Vittorio interpreta “Il Flauto Magico”, opera in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart.
Rielaborazione musicale di Mario Tronco e Leandro Piccioni.
Direzione musicale di Mario Tronco.



E alla fine di quelle “prove aperte” de Il flauto magico, eseguito dalla Orchestra di Piazza Vittorio, trapelava nel pubblico un entusiasmo palpabile e sorprendente.
Pura sinfonia, con vene di creatività picaresche, magica, godibile, così naturale e così complessa.
C’era Mozart e c’era tanta musica in più. Non era parodia, arrangiamento, musical, collage di stili. Era un’opera pura, sviluppata senza gli stucchevoli assoli di repertorio e la frammentarietà dilettantistica dei neofiti, ma una sinfonia completa d’autore. Con i colorati costumi di Ortensia Di Francesco e gli acquarelli che correvano sulla parete schermo di Lino Fiorito. Tante lingue e tanti strumenti anche da scoprire (l’oud, il kora, la tabla) ma opera matura appena uscita dalle sua composizione come soltanto Wolfgang Amedeus con la sua maestria ed il suo estro avrebbe potuto comporre.

Tutta l’opera è infittita di sorprese visive e musicali che gli spettatori delle Officine Marconi aspettavano sempre di più, per continuare a goderne. Con i due autori rielaboratori Mario Tronco e Leandro Piccioni a tessere le fila di uno spettacolo musicale di grande freschezza, arricchito dalle personalità di tutti gli interpreti attoriali e musicali di una sfavillante “Orchestra di Piazza Vittorio” in gran forma.


Quegli interpreti che sanno di esotico, di magico, che raccontano in un italiano arcano come Omar Lopez Valle, il narratore; che cantano e fischiano come il cubano Ernesto Lopez Maturell, grande Tamino; che suonano come il senegalese percussionista El Hadiij Yeri Samb, il Papageno; il sacerdote Sarastro con la vivacità latino americana di Carlos Paz; la potente Petra Magoni, regina della notte; la cantante folk Silvie Lewis disimpegnata in una Tamina con maturità e stile.

È stata una continua esplosione di musica in cui gli stili diversi musicali ed etnici (pop, reggae, jazz, rock...) si sono intrecciati a formare un canopo unico che il grande compositore austriaco, dietro le quinte, teneva saldamente in mano, sembrando visibilmente divertirsi di tutti i racconti popolari di Schekasneider, raccontati in questa rappresentazione da mille razze umane, antiche e moderne.


Buon successo del documentario musicale
L'orchestra di Piazza Vittorio
La nascita dell'orchestra multi-etnica
Tu sapessi cosa è Roma...



(Martedì 26 Maggio 2009)


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