 Frega tu che frego io Cash Commedia noir con “doppio e triplo gioco”
di Roberto Leggio Esergo iniziale è: “In ogni truffa c’è un pollo da spennare”. Con questo spunto l’avvio è di quelli fulminanti: mentre sta tirando un bidone con il riciclo di denaro “sporco”, un truffatore viene ucciso. In mano stringe una foto che lo ritrae in compagnia di un belloccio. Ecco, a guardare bene, le basi di tutta la truffa che verrà raccontata a posteriori, quella che poi è la storia del film, sta tutto in questo incipit, magari di poco conto. Però è un elemento da tenere d’occhio, perché nonostante l’impostazione del bluff ai danni di un facoltoso e famoso imbroglione, ricercato perfino dall’Europol, il nome dell’ucciso fa capolino di volta in volta come una tessera di un puzzle difficile da completare.

Così, grazie ad una sceneggiatura a scatole cinesi (che vorrebbe imitare David Mamet), veniamo indirizzati verso una storia di doppi e tripli giochi (tradimenti compresi) con al centro una “famigliola” di truffatori decisi a fregare il più grande imbroglione di Francia, mentre una poliziotta in odore di commissione disciplinare, cerca di rifarsi una carriera mettendo in gabbia lo stesso per i crimini contro la società. Fino ad un certo punto il film fila liscio su questo versante, poi però tutti cercano di fregare tutti, con alleanze e tradimenti a iosa. Alla fine, grazie ad un colpo di scena (neanche tanto) incredibile, scopriamo che le cose non erano così veritiere come ce le avevano raccontate. Dribblando a destra e a sinistra con una trama sospesa tra la commedia ed il dramma (polard compreso), Cash (dal nome del belloccio truffatore divertito carnefice di una parte dell'intrigo), regge bene il gioco di chi frega chi fino al disvelamento finale, grazie a degli attori bravi (ma non eccelsi, compresa la nostra Valeria Golino), capaci di tenere le fila di un divertissament dalla prima all’ultima scena. Su questo piano il regista Eric Bersnard si diverte a mischiare le carte, sebbene sia consapevole che tutto il film si rifà molto alla serie delle malefatte di Ocean’s Eleven. Soprattutto quelli targati da Steven Soderberg. Che per un prodotto totalmente europeo non è davvero niente male.
Giudizio **

(Giovedì 4 Giugno 2009)
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