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Si è svolto ieri il convegno organizzato dal Fiuggi Family Festival

La famiglia nella televisione italiana

D'Alatri: "Tv e internet i nuovi nonni dei nostri bambini"


di Roberto Leggio



Roma - “Oggi la televisione ha sostituito i nonni nell’educazione e nell’intrattenimento dei bambini. I nonni sono morti nella famiglia italiana. E la perdita di questo ruolo fondamentale ha creato un vuoto. E cosa abbia preso il posto è un argomento che vale la pena approfondire” Così il regista Alessandro D´Alatri ha aperto i lavori del convegno, svoltosi presso il Centro Congressi Empam a Roma e organizzato dal Fiuggi Family Festival sul tema "La famiglia nella televisione italiana", in cui i manager della tv pubblica e privata si sono confrontati con gli esperti del Forum delle associazioni familiari. "Una volta i nonni intrattenevano i bambini raccontando loro favole e storie di famiglia, rafforzando la loro identità e rendendoli consapevoli delle loro radici". Ha proseguito D’Alatri che ha sostituito Pupi Avati nella presidenza della giuria internazionale del Festival dedicato alla famiglia, in programma dal 25 Luglio al 1 Agosto “Oggi una coppia che fa figli è sola. Siamo al paradosso perché la famiglia è stata dimenticata dalla legislazione.” Ha sottolineato con amarezza l’autore di Casomai (che parlava guarda caso della difficoltà di educare) “Perché le coppie divorziate hanno più vantaggi delle coppie sposate, soprattutto per quanto riguarda gli sgravi fiscali e le iscrizioni agli asili nido”. Alatri mette il dito nella piaga e spiega che lui da genitore di due figlie adolescenti, considera più pericolo internet ed i videogiochi che la televisione. “Il Web, con i suoi contenuti incontrollabili, è quanto di più negativo ci sia per i nostri bambini. La televisione dovrebbe prendere coscienza ed insegnare ai bambini ed agli adolescenti come utilizzare internet.” Ha quindi ribadito la necessità che nel cinema e nella televisione, non devono essere solo i calcoli di marketing a decidere le linee editoriali, ma gli argomenti ed i valori che fanno parte della nostra storia e della nostra cultura. “Dobbiamo imparare da film come Gli Incredibili della Disney, ha capire il ruolo della famiglia, unità nelle difficoltà.” Da cattolico ‘distratto’, come si autodefinisce Alatri, ha poi accusato film violenti e diseducativi come Blade e simili. “Dobbiamo testimoniare che l’educazione sia la chiave per ogni forma di cultura dell’infanzia”. Ha concluso dando avvio alla tavola rotonda. Gli altri partecipanti erano Jaime Ondarza coordinatore dei programmi della Turner Italia, Federico Chio direttore operativo della TV digitale Mediaste; Gianfranco Noferi, direttore RaiSat ragazzi, Luca Milano di Raifiction e Maria Mussi Bollini, capostruttura bambini/ragazzi e coordinatrice cartoni Rai Tre. Ognuno ha esposto il proprio operato nella delicata questione legata alla televisione e le famiglie. Ordarza ha definito rassicurante la presenza di D’Alatri nell’ambito di un discorso così complesso come quello del rapporto tra famiglia e TV, e ha rivolto un preciso appello/sfida ai rappresentanti della Associazioni Familiari.

Jaime Ondarza in un momento del convegno



Marcello Giuseppe Ciannamea, vice direttore marketing della Rai, ha invece evidenziato evidenziato l'importanza della "visione condivisa". "Oltre il 50% della fruizione televisiva - ha spiegato - avviene in modalità di visione condivisa tra almeno due componenti della famiglia. Questo è un dato importante, che crea un corto circuito tra televisione e rapporti familiari. La famiglia guarda la televisione per stare insieme, divertirsi e interagire”. Decisamente più incisivo e autocritico, invece, l´intervento di Maria Mussi Bollini che si è presa la responsabilità del come “Il problema sia grave e si continui a non parlarne. La Rai ha un’enorme responsabilità e evidentemente non se la assume fino in fondo.” Ha poi ha denunciato la mancanza di cultura dell’infanzia nella società di oggi, tanto in televisione quanto in famiglia. Ha evidenziato inoltre come spesso le famiglie non aiutano i ragazzi (o i bambini) nella scelta dei programmi. Ognuno ha le proprie fantasie, ma il problema è che nel nostro paese manca totalmente una seria cultura dell’informazione. Dello stesso parere Gianfranco Noferi, direttore di RaiSat Ragazzi e responsabile di Rai Gulp: "La soglia si sta abbassando, i cartoni animati vengono sostituiti dai seriali già a partire dalle fasce d´età dei sette anni". Noferi auspica una "collaborazione tra chi fa tv e le associazioni familiari per realizzare insieme prodotti più adatti e più mirati. I bisogni delle famiglie, che sono per noi i principali azionisti - ha ribadito Noferi - sono per noi fondamentali”. "L´idea di parlare della famiglia nella televisione non ha intenti provocatori, nessun processo, nessuna apologia - ha chiosato Andrea Piersanti, direttore artistico del Festival e promotore della tavola rotonda - Vogliamo invece aprire un tavolo di lavoro alla pari, tra coloro che quotidianamente fanno televisione e i rappresentanti delle associazioni familiari. Le decisioni prese in televisione derivano per l'80% dei casi dai dati marketing. Questi dati, però sono informazioni fredde, e seppure utilissime per gli addetti ai lavori, non possono rappresentare gli unici parametri per la scelta e la definizione di una linea editoriale. Noi vogliamo dare a chi fa televisione informazioni calde, qualcosa in più di un semplice focus group, stabilire regole per un linguaggio comune ed elaborare progetti da realizzare insieme. Nella prima edizione del FFF abbiamo verificato che è possibile collaborare. Televisione e famiglia sono due mondi per forza di cose destinati a parlarsi".


Al Fiuggi Family Festival 2009
Alessandro D'Alatri presidente di giuria
“Volersi bene fa bene alla salute”.
La seconda edizione dedicata alla figura del padre

Incontro con l'amministratore delegato di Turner Italia
Jaime Ondarza
Al Fiuggi Family Festival

Direttore artistico del Fiuggi Family Festival
Andrea Piersanti
Rivela il bilancio della prima edizione e le anticipazioni



(Mercoledì 22 Aprile 2009)


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