 Doppio incontro in ateneo a Roma Gustave Kervern e Ascanio Celestini In occasione dell'anteprima di "Louise e Michel"
di Elena Nesti  Roma. “Movimentata” la presentazione del film “Louise Michel” nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia della Terza Università romana. Dopo la proiezione, apre il regista Gustave Kervern, affiancato, non dall’altro regista del film Benoît Delépine, ma da un personaggio che quando c’è da discutere su temi come quelli toccati dalla pellicola francese, non si tira mai indietro: Ascanio Celestini. Teatrante, scrittore, musicista (e molto altro) di quelli che definiremmo forse con un anacronismo “impegnati”, Celestini è ormai di casa a RomaTre e in questo caso si presta volentieri a rispondere alle domande del pubblco.
Lei ha definito il suo film un western sociale. Viviamo in un mondo senza fede né legge, dove i politici non fanno giustizia per noi, quindi siamo costretti a farla da soli. E’ per questo che in Francia esistono gli operai che sequestrano i loro padroni; mi viene quasi da piangere a vedere queste scene, ma sono troppo sensibile, lo so.
La realtà dunque supera la finzione? I veri ladri di oggi sono i politici e i finanzieri. Io non appartengo a nessun partito, ma osservo che l’economia ha reso il sopravvento sulla politica. Io proverei vergogna a lasciare in mezzo a una strada gli operai di una fabbrica, ma c’è chi non se ne preoccupa. Ma partendo da noi medesimi… l valore del lavoro, dov’è? Io stesso lavoro in televisione e sono costantemente controllato da persone che si accertano se beviamo, che sketch stiamo producendo… In questa situazione non c’è neanche più l’interesse di fare il proprio lavoro.
La domanda viene spontanea: e in Italia? Leggo spesso i giornali, ma dell’Italia non è scritto mai niente, allora mi sono chiesto “perché?”.
Celestini: In Italia negli anni ’70 è successo che i partiti politici sono spariti con l’inizio della telecrazia. Da lì è cambiata tutta la nostra percezione, e non sappiamo più cosa accade veramente nel paese. Se ci fate caso, non si parla più di lavoro, eppure è un paese dove si occupano le fabbriche. Ho apprezzato molto il lavoro di Gustave Kevern, e penso che descriva benissimo la multipla alienazione del lavoratore, che non solo produce una parte qualcosa che non sa più cos’è, ma non sa neanche per chi, e quasi non si accorge nemmeno se poi non viene pagato.
Nel bel mezzo della discussione, interviene un gruppo di studenti che hanno scelto le celebri parole di De Andrè “Anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” per informare i due personaggi intervenuti che si trovano in un’ Università che permette ogni giorno violenze verbali e fisiche da parte dei nuovi gruppi fascisti al suo interno, verso chi ha un aspetto “di sinistra” e verso le donne, senza intervenire.
Kevern: "Quello che conta è avere un ideale. Questa estrema destra agisce senza, mi sembra. L’estrema sinistra per lo meno era animata da un’ideale quale la giustizia. Io vivo in un paese dove il presidente considera ogni giovane semplicemente come un potenziale delinquente. Gli impedisce persino di raggrupparsi, in tutti i modi. E ogni giorno siamo così assaliti da notizie su fatti di cronaca e violenza che non abbiamo neanche la forza di ribellarci. Abbiamo visto per mesi in televisione, sui giornali, le auto incendiate. Poi più niente. Le notizie vanno e vengono, è tutto un dare e togliere.
La soluzione è nell’estremismo? Penso che sia il momento di risvegliarsi, poi non so dire come.
Celestini : La rappresentazione artistica, che si tratti di cinema, teatro o musica o qualsiasi altra forma, deve essere estremista. Ed è bene che nei film se ne uccidano tanti di padroni. Nelle manifestazioni nelle piazze degli anni ’70 c’era sempre una bara presente. L’Arte è soprattutto questo. Se non utilizziamo un linguaggio violento e razzista, non lo comprenderemo mai nel momento in cui verrà utilizzato dai giornali. In virtù del politically- scorrect del film, ha incontrato delle difficoltà nella distribuzione? No, stranamente. Probabilmente ci sono molte persone in Francia che pensano che bisogna ammazzare i padroni. No, seriamente, il film fortunatamente è stato un vero e proprio caso in Francia, forse perché è uscito in piena crisi. Già, forse voi in Italia non sapete cosa sia la crisi, Berlusconi sarà stato bravo come sempre e neanche l’avrà fatta nascere. In ogni caso, andate a vedere Louise e Michel perché i proventi non arriveranno a me, ma saranno dati tutti a Forza Italia. Pardon, non esiste più? Comunque, a Berlusconi.
(Giovedì 2 Aprile 2009)
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