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Cartoon con gli scimpanzè nello spazio

Space Chimps

Emoziona solo in superficie e seduce i grandi con le citazioni


di Samuele Luciano


Grazie alla tecnologia in continua evoluzione (non di pari passo va la razza umana, purtroppo) è difficile oggi guardare con occhio critico un film d’animazione: immagini perfette al pixel, sempre. Ci tocca quindi osservare l’uso narrativo che se ne fa e il fine che con queste immagini si vuole raggiungere, nei confronti di un pubblico sempre più numeroso e garantito. Bisogna stare attenti, perché quando si sa che il botteghino è assicurato, non sempre c’è chi fa quello sforzo in più che si chiama originalità. Mandare degli scimpanzè nello spazio alla scoperta di nuove forme di vita, come succede in Space Chimps, può essere l’occasione per dire qualcosa di irriverente. Si può scegliere di mollare uno schiaffo satirico, di costruire una metafora incisiva. Oppure ci si può accontentare di far sghignazzare i bambini con le solite, stanche gag circensi, tanto il papà e la mamma sono “allegati”.



Premesso questo, ogni autore è libero di esprimere quello che vuole. Il regista del film, Kirk De Micco (che chiameremo per puro dileggio “De Micco, dove c’è un bambino”) propende per l’intrattenimento infantile fine a se stesso. Protagonista del film è uno scimpanzé di nome HAM III, che rintracciato da un’agenzia spaziale viene ingaggiato per emulare suo nonno HAM I, la prima scimmia ad essere stata lanciata in orbita. Il giovane HAM fa l’uomo proiettile in un circo, è abitato a cascare con la testa a terra ed è un primate, eppure salverà l’intera popolazione del pianeta Malgor dal dittatore Zartog. Quest’ultimo punisce tutti quelli che si ribellano alle sue sciocche pretese immergendoli in un liquido che li solidifica all’istante, rendendoli soldatini per sempre. Il film è costituito da altri piccoli personaggi (tra tutti spicca Kilowatt) che fanno da contorno all’avventura nello spazio. Ma anche se lo scimpanzé principale fa il vanesio e ci prova con la scimpanzé femmina, gli extraterrestri sono buffi e molto colorati, qualche battuta è azzeccata, il film emoziona sempre in superficie e nessun personaggio è indimenticabile. Specie il cattivo tiranno, che fa più pena che paura.
L’unico sforzo che fa De Micco per tenere svegli i genitori è quello di impreziosire la pellicola con alcune sfuggenti citazioni dei fantafilm più noti: la colonna sonora di 2001 – Odissea nello spazio, la camminata a ralenty di Armageddon e la pettinatura di Zira de “Il pianeta delle scimmie”.

giudizio: *



(Venerdì 6 Febbraio 2009)


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