 Perché è impossibile abbattere una dittatura Operazione Valchiria: una storia vera Come creare suspence nonostante la storia sia conosciuta
di Pino Moroni Se una storia vera e conosciuta diventa una bella fiction; se una storia importante e forte del periodo nazista diventa un bel thriller; se una storia fatta da soli uomini diventa un bell’affresco anche di vita quotidiana, dietro c’è la mano di un buon regista.
Bryan Singer ci aveva fatto già vedere la sua bravura con I soliti sospetti (1995). Un film giallo-realistico solido e fantasioso, con interpreti eccezionali (a Kevin Spacey l’Oscar per miglior attore non protagonista) ed una storia originale.

Ora con Operazione Valchiria documento-film del complotto di un gruppo di alti ufficiali contro Hitler, avvenuto nel 1944 e addirittura Rommel simpatizzava, ne ha fatto uno spettacolo intrigante ed avvincente. Con il classico stile scarno della sequenza temporale (ora, giorno, mese, anno), il film si sviluppa dalla guerra in Africa alle riunioni degli alti comandi tedeschi (Ministero della guerra, Tana del lupo, rifugio austriaco del cancelliere, etc.), fino alle note esecuzioni di tutti i congiurati. Il protagonista è un introverso eroe di guerra, il colonnello Von Stauffenberg, interpretato da Tom Cruise senza fama né gloria.
Lo stile di Bryan Singer riesce a creare, della vera storia di un colpo di stato, un plot narrativo degno dei migliori gialli, con approfondimenti storico sociali che possono appagare palati diversi. La trama, tesa ed avvincente, si avviluppa nel primo tempo in avvenimenti concitati sul filo di una spy story delle più classiche. Nella seconda parte, invece, sciogliendo le fila del racconto prende la strada di un inevitabile finale da action-war movie. Con le inesorabili scritte finali, che sottolineano la conclusione storica di tutti i personaggi del film, gli autori della quindicesimo ed ultimo attentato ad Hitler.

Ne esce uno spettacolo professionale, ma se ne deve fare ad una lettura più approfondita, ove il film racconta come il sistema nazista (ed ogni altra dittatura) non si sarebbe mai potuto abbattere -con i suoi meccanismi perversi- se non con altro sangue e forse con una nuova dittatura. E dice anche che chi prova -o proverà- ad abbattere un sistema, deve sapere di condannare a morte amici, parenti, simpatizzanti ed innocenti, perché il potere si difende e si difenderà sempre con la violenza più dura.
(Lunedì 2 Febbraio 2009)
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