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“Qui si scrive la storia!”

Operazione Valkiria

Thriller psicologico e ansiogeno pieno di colpi di scena


di Oriana Maerini


Da qualche tempo è uso comune analizzare il secondo conflitto mondiale sotto una prospettiva diversa. Mettere a posto quei tasselli che la storia ci ha insegnato a senso unico. Il primo caso (ma forse in qualche altra cinematografia mondiale è già accaduto) è stato Defiance, con gli ebrei partigiani, certo non spaventati e vittime sacrificali del nazismo. Adesso è il momento dei tedeschi buoni di Operazione Valkyrie, thriller psicologico, nel quale viene mostrato come un gruppo di ufficiali della Wermacht, cercarono di uccidere Hitler nella sua roccaforte della Tana del Lupo, con un ordigno a tempo. Per gli storici la vicenda è nota: Hitler si salvò per miracolo e la sua vendetta fu devastante per i “resistenti” e per le loro famiglie. E’ anche utile dire che se l’attentato fosse andato a buon fine, quel giorno in Germania ci sarebbe stato un colpo di stato, che democraticamente avrebbe cambiato le sorti della guerra in Europa e probabilmente nel mondo. Ma a digressioni storiche a parte, l’episodio non era mai stato portato sullo schermo, soprattutto da una produzione americana. Il film di Brian Singer è un’analisi di come si svolsero i fatti (anche se la drammatizzazione scenica è d’obbligo), con al centro il colonnello Von Stauffenberg, l’uomo che portò avanti l’operazione e che materialmente posizionò la bomba sotto il tavolo di quercia di Hitler. Per farci entrare nella storia, Singer all’inizio ci mostra l’ufficiale tedesco in Africa mentre arringa ad un suo superiore come i soldati non siano solamente carne da macello. In poche battute viene fuori una personalità agli antipodi della gerarchia nazista, un “ribelle” amante senza macchia della sua patria, quella Germania diventata in pochi anni sinonimo di sangue e terrore.


Tenendo fede alla verità storica, Strauffberg in Africa ci rimise un braccio, un occhio e qualche dita della mano sinistra. Ciò lo rese ancora più consapevole di mettere la parola fine alla follia di un dittatore sanguinario. Il suo gesto, visto secondo un’ottica morale, avrebbe salvato la Germania dalla disfatta totale, senza contare l’alto tributo di vite umane che la guerra avrebbe disseminato nel continente. Il piano fu messo in piedi da degli “insospettabili” che sfruttarono il piano di emergenza di Stato (Operation Walküre, appunto) per detronizzare il despota. Peccato però che il “rischio” calcolato, franò sotto i loro occhi per la casualità, e portò la storia (quella purtroppo nota) a seguire il suo drammatico corso. Su questo piano il film è davvero ansiogeno perché, nonostante sappiamo dall’inizio come andò a finire, ha il pregio di mantenere alta la tensione fino all’entusiasmante finale, dove ci si ritrova a sperare che Hitler, in quell’attentato sia morto davvero, anche se consapevoli che non è così. Il merito va all’ottima regia di Singer, ma soprattutto alla calibrata sceneggiatura di Christopher McQuarrie, che riesce a miscelare perfettamente suspance e colpi di scena, con sempre al centro un buon Tom Cruise (il colonnello Von Strauffberg), eroe controverso ma sprezzante del pericolo pur di portare a termine il suo proposito di mettere fine alla dittatura hitleriana.

Giudizio ***

Il divo planetario a Roma per presentare "Operazione Valchiria"
Tom Cruise
"Da bambino giocavo ad uccidere i nazisti"

Perché è impossibile abbattere una dittatura
Operazione Valchiria: una storia vera
Come creare suspence nonostante la storia sia conosciuta



(Giovedì 29 Gennaio 2009)


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