 Intrattenimento puro in salsa tecnologica Viaggio al centro della terra- 3D Alla regia Eric Brevig
di Mirko Lomuscio Il capolavoro letterario di Jules Verne è ora nuovamente sullo schermo, dopo la trasposizione cinematografica del 1959 diretta da Henry Levin. Viaggio al centro della terra 3 D già dal titolo fa capire quale operazione sia stata attuata nei riguardi di questo riproponimento, cioè portarlo in sala con l’utilizzo dei fantomatici occhialetti a tre dimensioni per coinvolgere lo spettatore attivamente nella fantastica avventura. Lo studioso Trevor Anderson (Brendan Fraser) è convinto che una parte del nostro pianeta ancora misteriosa sia abitato da creature preistoriche e luoghi incredibili. Secondo le ricerche del suo defunto fratello il portale per questo luogo fantastico si trova in Islanda, dove senza remore il nostro si dirigerà in compagnia del nipote Sean (Josh Hutcherson). Accompagnati dalla guida locale Hannah (Anita Briem), la coppia si ritroverà ben presto nel centro della terra dove ogni cosa mai vista sarà presente ai loro occhi. Dinosauri, pesci volanti, mostri marini e terre dimenticate dal tempo saranno all’ordine del giorno in questa pericolosa avventura che saprà portare a loro qualcosa di più che un avvenimento da raccontare.

La premessa del regista Eric Brevig (un passato da effettista in film come Atto di forza e Pearl Harbor) è quella di voler divertire a tutti i costi lo spettatore a scapito di una trasposizione fedele l’opera di Verne. Quindi la realizzazione di questa nuova trasposizione di Viaggio al centro della terra 3 D non avrebbe alcun senso se non quello dell’utilizzo degli appositi occhialetti, strumenti che tirano fuori il bambino che è in noi. Certo alla fine i risultati sono paragonabili a una qualsiasi attrazione da parco dei divertimenti, come quelle che si trovano a Disneyland o Mirabilandia, però il film il suo lavoro di intrattenimento lo fa bene. Ed è così che Viaggio al centro della terra 3 D, tra una citazione a Indiana Jones e il tempio maledetto ed una a Piranha paura di James Cameron, va avanti senza mai stancare qualsiasi tipo di spettatore, dal cinefilo incallito al quello meno pretenzioso, e porta avanti il suo passo senza perdere ritmo e curiosità. Gli attori stanno al gioco creando emozioni e situazioni di base che trasportano chiunque dove gli occhiali 3 D non possono arrivare: Fraser (Crash-Contatto fisico),qui anche produttore esecutivo, ripropone simpaticamente il ruolo di avventuriero come faceva nella serie de La mummia , mentre il giovane Hutcherson (Innamorarsi a Manhattan) si rivela essere un volto da tenere d’occhio nonostante la giovanissima età. Script a cura di tre sceneggiatori che rispondono al nome di Michael Weiss (tanti b-movie straight to video come The river of fear e Leggenda mortale), Jennifer Flackett e Mark Levin (ambedue autori e registi di Alla ricerca dell’isola di Nim e del già citato Innamorarsi a Manhattan) Quello che però alla fine ci si chiede è se mai tutto ciò sia il futuro della cinematografia spettacolare perché, va bene divertirsi, ma almeno seguire un po’ di storia con personaggi più reali sarebbe ancor meglio.
giudizio: * *

(Venerdì 16 Gennaio 2009)
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