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Un film di animazione è il vincitore del Golden Globe

Valzer con Bashir

Il cuore di tenebra dell’uomo


di Sandro Russo


A volte sapere che un film tratta un tema doloroso e amaro – le grandi tragedie dell’umanità, l’Olocausto, i vari eccidi religiosi politici ed etnici che continuano ad accaderci davanti agli occhi – può provocare un istintivo rifiuto ad andare oltre.
Così per Valzer con Bashir, appena si legge che Bashir è “quel” Bashir Gemayel, la cui morte per attentato, nel 1982 scatenò una atroce rappresaglia dei suoi seguaci contro la parte più debole degli oppositori, i campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila.
È la comprensibile avversione della mente umana ad affrontare l’orrore, quando è soverchiante, sproporzionato alle sue capacità di assorbirlo.
Questo rifiuto a farsi coinvolgere che riguarda lo spettatore di una rappresentazione filmica, ai suoi gradi più estremi prende anche le persone che a quegli stessi eventi hanno assistito. Si sviluppa a volte un vero e proprio black-out della memoria, che cancella interi periodi del proprio vissuto.


È questa situazione che viene messa in scena, in uno dei più toccanti e onesti film della stagione, da Ari Folman, regista del film, autore del plot, sceneggiatore e anche personaggio principale, con il suo proprio volto trasposto in disegni animati da David Polonski [esiste anche il libro ‘Valzer con Bashir’. Una storia di guerra’ di Ari Folman e David Polonski - Graphic novel; 2008. Rizzoli Editore].

Per le musiche l’autore si è valso di Max Richter, un compositore inglese che combina musica classica e elettronica, che oltre a pezzi originali e popolari ha attinto a Schubert e Chopin, e perfino ad una ninna-nanna di Bach.

La storia è un approccio del tutto personale dell’autore al proprio vuoto di memoria riguardo ai fatti riguardanti il massacro. In quegli anni, esattamente nel settembre del 1982, egli, giovane soldato di diciott’anni, si trovava alla periferia di Beirut, aggregato all’esercito israeliano che presidiava quella zona ovest della città: proprio la periferia che in cui erano i campi profughi. Allora com’è che non ricorda niente? Stimolato da un amico che gli racconta un sogno ricorrente, Ari comincia a sognare a sua volta: brandelli di ricordi che non riesce a collegare in un insieme organico. Decide così di cercare le persone di quegli anni; incontrare i commilitoni che probabilmente erano con lui in quell’occasione e altri testimoni dei fatti, dei giornalisti, un amico psicologo.


La storia procede per la ricomposizione successiva del puzzle dei ricordi, operata attraverso gli incontri; ciascuno interviene con la sua parte finché il quadro globale prende forma; fino ai due minuti finali che mettono nel contesto definitivo e assoluto quel che si è visto prima.
Belle le immagini, realistiche e allo stesso tempo oniriche, perché ciascuna delle persone che incontra propone una sua versione dei fatti. Così funziona la memoria, sembra: essa riempie i suoi buchi neri con altri ricordi di cui dispone, per difendersi. Fino a che il materiale raccolto non diventa tanto stringente da superare qualunque mistificazione della realtà; fino a che il quadro non si completa.
Il risultato è un film sulla guerra e sulla memoria di un fascino coinvolgente, cui anche la colonna sonora contribuisce: delicata e struggente, o anche dura e martellante nei diversi scenari presentati.

È sempre più difficile fare film sulla guerra, sempre più duro andarli a vedere, tanto siamo bombardati noi stessi da immagini di orrore.
Non troppo spesso qualche film riesce a trovare un varco nelle nostre difese. Proprio in questi giorni - in cui si registra una ripresa della guerra infinita tra Israele e i popoli vicini - per questo film di un autore israeliano contro la guerra – contro ogni guerra - vale la pena fare un’eccezione.




Titolo originale: Waltz with Bashir
Produzione: coproduzione Israele-Germania-Francia
Anno: 2008
Durata: 87 min; colore
Genere: animazione, drammatico
Regia: Ari Folman
Sceneggiatura: Ari Folman
Disegni: David Polonsky
Animazioni: Bridgit Folman Film gang

Musiche: Max Richter
Fotografia: Declan Quinn
Montaggio: Feller Nili
Distribuzione italiana: Lucky Red



(Lunedì 12 Gennaio 2009)


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