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Alla ricerca della Luce nella città sotterranea

Ember - Il mistero della città della luce

Fanta-Fantasy per ragazzi, ma non solo


di Roberto Leggio


Bastano duecento anni di oscurità, per far perdere la coscienza della fine del mondo? Questo quesito è il nocciolo su cui ruota tutta l'epica di Ember - Il mistero della città della luce, fantasy per ragazzi, ma anche monito (neanche tanto velato) nei confronti della stupidità degli (autodistuttivi) adulti. Il punto di partenza è una guerra nucleare. Per salvaguardare una piccola parte di umanità, I Costruttori (entrati nel mito come eminenza grigia pensante), hanno eretto una città sotterranea illuminata da milioni di lampadine alimentate da un gigantesco generatore di energia, ideato per avere una autonomia di duecento anni, tempo limite per dare la possibilità al nostro pianeta di rigenerarsi e poter accogliere nuovamente la vita animale. In questo frangente, ma anche molto di più, la popolazione di Ember ha prosperato, convinta che oltre i confini della città non ci sia null'altro che una impenetrabile oscurità. Il tempo limite però è scaduto. La città risente il passare degli anni e sta cadendo a pezzi. Il generatore fa le bizze ed i blackout frequenti instaurano un senso di disagio in quanto il buio condannerà per sempre la città sotterranea. Per un puro caso due ragazzini vengono in possesso di una antica mappa custodita in una misteriosa scatola di metallo. Convinti che si tratti un mezzo per poter uscire, si imbarcheranno in un'avventura al limite del possibile, prima di poter vedere per la prima volta la luce del sole e dare una nuova speranza all'umanità.



Tratto dal primo di una trilogia di romanzi scritti da Jeanne DuPrau, il film segue una sceneggiatura fin troppo asciutta (quasi minimale), che rischia di non approfondire alcuni aspetti importanti della trama, rendendo così poco comprensibile l'intera vicenda. Ad ogni modo, Ember ha la capacità di coinvolgere lo spettatore fino in fondo. Va da sé che il regista Gil Kenan, abbia voluto utilizzare i tempi dei suoi precedenti film di animazione, i quali puntano all'essenza della storia, senza perdersi in noiosi arzigogoli. Il che non significa aggrapparsi ad approssimazioni che renderebbero la trama farraginosa ed incomprensibile. I dubbi, invece, potrebbero venire da certe incoerenze e credibilità della storia, come quella ad esempio, dopo secoli alla luce naturale, gli occhi di degli abitanti non dovrebbero sopportare la luce del sole... Particolare trascurabile se pensiamo che tutta la vicenda è stata concepita per i ragazzi, capaci di far andare ben oltre la propria fantasia. Con questo spirito il film è godibile, interpretato da attori di primo piano come Tim Robbins e Bill Murray, ma anche da giovani attori (Saoirse Ronan e Harry Treadaway) che sarebbe bene tenere d'occhio.

Giudizio **1/2



(Giovedì 18 Dicembre 2008)


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