 Sguardi del cinema italiano sui diritti umani All human Rights for all Un film collettivo no-profit
di Francesco Castracane In occasione del 60° anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) approvava e proclamava la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il primo atto internazionale con un elenco organico di diritti inerenti a “tutti i membri della famiglia umana”) il cinema italiano propone il film no-profit che prende il titolo dalla Campagna di Sensibilizzazione indetta dalle Nazioni Unite per il Cinquantenario della Dichiarazione: All Human Rights for all. Una pellicola prodotta con il desiderio di sensibilizzare l'opinione pubblica, e in particolare i giovani, sul significato attuale dei Diritti Umani e di favorire ulteriori progressi nel riconoscimento e nella tutela di tali Diritti. Si tratta di un film collettivo composto da trenta cortometraggi ispirati agli altrettanti articoli della Dichiarazione Universale. Trenta storie, della durata di 3-4 minuti ciascuna, per raccontare il tema universale dei Diritti Umani attraverso lo sguardo particolare del cinema italiano realizzato dai più grandi registi nostrani.
Il progetto, curato dall’associazione Rinascimento assieme a Rai Cinema, è stato presentato Il 26 ottobre scorso, presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma, all’interno del Festival di Roma. In quell'occasione sono stati presentati i primi cortometraggi già realizzati, anche alcune opere mancavano della rifinitura della postproduzione. Nonostante ciò, i brevi lavori presentati sono risultati di grande valore e ben realizzati. Inoltre, il fatto che per la realizzazione di questi cortometraggi tutte le maestranze, gli attori, i registi, hanno lavorato gratis, rende queste opere ancora più significative.

I cortometraggi visti da Cinebazar:
Articolo 3 di Giorgio Treves
Le grida di un bambino squarciano la quiete di una città alle prime luci dell’alba. Da dove provengono? Forse da uno dei cassonetti della spazzatura che il camion della nettezza urbana si appresta a svuotare al suo interno? Che fare? Come intervenire? Una febbrile sensazione d’impotenza ci pervade di fronte all’ineluttabilità del destino. Un cortometraggio bellissimo, che a me è molto piaciuto, soprattutto per il modo un po’ classico di utilizzare la macchina, per la fotografia bellissima, le musiche intense e per il delicato colpo di scena finale.
Articolo 4 di Claudio Camarca Il calvario di una donna, una piaga sociale: quella delle schiave del sesso. Nelle sevizie subite da una prostituta moldava c’è tutta la brutalità e l’orrore di un fenomeno di cui siamo ogni giorno spettatori passivi, una riflessione cruda e potente, un grido di dolore e di aiuto, messo sotto i nostri occhi in tutta la sua violenza. Un’opera che non lascia nulla al non-detto. La rappresentazione della dura vita di una prostituta, che simbolicamente le rappresenta tutte, vittime soprattutto del potere maschilista.
Articolo 5 di Emanuele Scaringi
Bolzaneto. La violenza vince sulla pietà nel caso di Enzo, tenuto prigioniero e torturato senza alcuna remora da una guardia carceraria, sotto gli occhi di un giovane militare. La barbarie si scatena sotto forma di botte e sevizie in nome di un'ideologia razzista e non si frena dinanzi alla richiesta d'aiuto dell'uomo. Un cortometraggio coraggioso, che cerca ancora una volta di rilanciare la memoria sulle violenze poliziesche avvenute durante il G8 di Genova.
Articolo 7 di Tekla Taidelli
Una coppia viene arrestata nel cuore della notte, davanti agli occhi del figlio, per detenzione di sostanze stupefacenti. Al telegiornale, mentre i due sono in carcere, il bambino apprende che nel suo Paese molti politici corrotti godono dell’impunità. Una storia vera, la morte in carcere in condizioni ancora non chiarite di Aldo Bianzino, che forse potrebbe portare finalmente al definitivo accertamento di come si siano veramente svolti i fatti.
Articolo 9 di Fiorella Infascelli
In una stanza buia e spoglia prendono vita le storie di dolore di tre individui, una donna e due uomini, il cui volto è coperto da una maschera che ne nasconde l’identità e l’etnia. In prima persona vengono raccontate storie di arresti e soprusi attraverso l’interpretazione di tre grandi attori italiani (Maya Sansa, Claudio Bigagli, Roberto Herlitzka). L’infinito calvario di individui a cui è stato ingiustamente negato un futuro. Fotografia e maschere bellissime, per raccontare tre storie vere, che diventano simbolo delle decine di casi di cui si occupa Amnesty International.
Articolo 10 di Ivano De Matteo
In un momento di ordinaria amministrazione di un tribunale italiano, si svolge l’ennesimo processo ad un immigrato accusato di furto tra l’indifferenza del suo avvocato, l’impazienza del giudice e i ritardi della traduttrice. La legge è davvero uguale per tutti? Agghiacciante cortometraggio che descrive l’ordinaria brutalità dell’amministrazione della giustizia in un banale processo per furto. Quasi documentaristico ma non per questo meno realista.
Articolo 14 di Moshen Melliti
Nelle stanze fredde di un Ufficio Immigrazione della periferia di Roma si incrociano la storia di Zhavier, ex torturatore, e Sarita, profuga afgana scampata ad un crudele destino. Sotto gli occhi del poliziotto Federico si deciderà delle loro vite: in Italia c’è posto solo per uno di loro. Un regista e scrittore di origine tunisina, descrive la lotteria rappresentata dalle incomprensibili motivazioni di chi deve decidere sul futuro della vita delle persone.
Articolo 16 di Giovanni Veronesi
Un uomo esasperato dai suoi problemi familiari si reca davanti a Montecitorio contro cui inveisce affinché lo Stato difenda i suoi diritti. Una vertigine comica incentrata sul diritto alla famiglia, elemento centrale della nostra cultura. Uno strepitoso e scoppiettante Rocco Papaleo che in una Piazza Montecitorio vuota e surreale chiede spiegazioni sul suo destino.
Articolo 21 di Antonello Grimaldi
Un anziano boss della malavita incarica un suo protetto di far sentire la sua voce in sede di votazione per la successione alla guida del clan. Acida riflessione sul significato delle elezioni.
Articolo 23 di Vittorio De Seta
Un paese deserto dell’Aspromonte arroccato su una montagna. Un giovane contadino del posto insegna il mestiere ad un bracciante senegalese. Il mondo del lavoro raccontato da De Seta, assolutamente in contrasto con quanto indicato dal rispettivo articolo.
Articolo 24 Di Saverio di Biagio
Il corto racconta la storia di un uomo per cui il lavoro era tutto. Ormai cassaintegrato da due anni si avvale ancora del diritto alla pausa. Bella descrizione del lavoro operaio e del suo ambiente.
Articolo 26 Di Pasquale Scimeca
La piaga dell’istruzione negata. Sudafrica, Paese piegato dalla povertà, il caso di un bambino come tanti: il suo sogno di avere un’istruzione e di diventare un ingegnere viene ostacolato dalle precarie condizioni della sua famiglia, costretto a mantenere lavorando. Il diritto all’istruzione visto da un bambino di una bidonville sudafricana.
(Mercoledì 17 Dicembre 2008)
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