 14-15 novembre 2008 – Rimini, Teatro degli Atti Mezzo secolo da La dolce vita – convegno internazionale Per ricordare e riscoprire uno dei massimi capolavori del nostro cinema
di Oriana Maerini  Roma. "C'è ancora bisogno di parlare di "La dolce vita" dopo tanti anni dall'uscita del film perchè due articoli su tre che vengono pubblicati sui giornali contengono errori madornali sul film" - a fare questa affermazione è Tullio Kezich uno dei maggiori biografi di Federico Fellini durante la conferenza odierna di presentazione alla stampa del convegno "Mezzo secolo da La dolce vita”. L'evento,organizzato dalla Fondazione Federico Fellini, si svolgerà a Rimini il 14 e 15 novembre prossimi e che si concluderà con il conferimento del Premio Fondazione Fellini ai due “centenari” Manoel de Oliveira e Tullio Pinelli. Saranno due giornate di lavori, in cui diversi esponenti del mondo della cultura e della cinematografia internazionale affronteranno le principali tematiche riguardanti il film che cinquant’anni fa sconvolse il cinema e l’opinione pubblica di tutto il mondo. La prima scena del film - ricorda ancora Kezich - fu girata il 16 marzo del 59 e fu quella in cui Anita si aggirava per Roma un buffo cappello da prete in testa. Sergio Zavoli, un altro illustre giornalista che presiede il convegno, ricorda, invece, gli effetti che ebbe l'uscita del film: "Alti esponenti della curia romana fecero pressione sulla signora Ida, la mamma di Federico per far mitigare il messaggio del film che credevano troppo anticlericale. Il regista dovette andare personalmente a Rimini a spiegare alla madre che non si trattava di una pellicola ispirata da satana...

Il film La dolce vita fu prodotto nel 1959 e uscì nelle sale nel febbraio dell’anno successivo. Il convegno sarà un'occasione importante in cui attraverso approfondimenti, testimonianze e incontri con esperti di varie discipline, verranno analizzate le tematiche principali riguardanti il film che sconvolse il cinema e l’opinione pubblica di tutto il mondo e vinse nel 1960 la Palma d’Oro a Cannes e un David di Donatello per la regia, nonché tre nastri d’argento. Piero Gherardi ricevette l’Oscar nel 1962 per i migliori costumi mentre Fellini, tra le varie nomination, ebbe quella per la miglior regia. Il convegno sarà presieduto da Tullio Kezich e Sergio Zavoli e si aprirà venerdì 14 alle ore 15, con quattro interventi che affronteranno La specificità cinematografica de La dolce vita. Il regista Gianfranco Mingozzi, che era allora assistente alla regia di Fellini, apporterà la sua testimonianza rievocando il clima sul set del film. A seguire Gianni Rondolino, professore emerito di Storia e Critica del Cinema presso l’Università di Torino e fondatore nel 1982 del “Festival Cinema Giovani” di Torino, analizzerà il rapporto tra La dolce vita e il cinema mondiale degli anni sessanta. Francesco Lombardi, in qualità di curatore dell’archivio Nino Rota, parlerà delle musiche utilizzate nel film. Concluderà la prima sessione di lavori il giornalista John Francis Lane che, proprio grazie a Fellini, ha alle spalle una lunga carriera anche da attore professionista. Durante la lavorazione de La dolce vita, mentre lo stava intervistando, con uno dei classici giochi di prestigio di Fellini, si lasciò convincere a sostenere una piccola parte. Accettò di Impersonare se stesso, durante la scena della conferenza stampa organizzata per l’arrivo della diva (Anita Ekberg). Da quel momento collaborò con molti altri maestri del cinema tra cui Monicelli, Ferreri, Steno, Petri, Rosi, i fratelli Taviani. Nel suo intervento affronterà le problematiche inerenti al doppiaggio del film in lingua inglese.
Sabato 15, alle ore 9, si aprirà la seconda sessione del convegno, dal titolo La dolce vita al di là del cinema: per primo Lucio Villari apporterà un'analisi critica dal punto di vista storico. Irene Bignardi (giornalista e critico) parlerà di Agrodolcevita: piaceri e dispiaceri al tempo del boom. Il giornalista padre Virgilio Fantuzzi S. J., analizzerà l’atteggiamento della Chiesa all’uscita della pellicola. Lo psicanalista Gino Zucchini, cercherà di decifrare i segnali del film che consentono di svelare il nascosto della realtà contemporanea. Fabio Rossi, ricercatore di linguistica, esperto di linguaggio musicale e lingua dei media (specialmente del cinema italiano e dei film doppiati), si addentrerà nella partitura acustica del film.
Durante la terza sessione del convegno saranno esaminati i riflessi sulla cultura e sulla cinematografia straniere, in particolare di quei paesi che all’uscita del film erano governati da regimi totalitari. Della censura franchista in Spagna, dove fu possibile vedere il film solo negli anni ottanta, parlerà Romàn Gubern, docente di storia del cinema spagnolo e direttore per molti anni dell'istituto Cervantes di Roma. Il professore Jõao Bénard Da Costa, docente di storia del cinema, racconterà le difficoltà che il film incontrò nel Portogallo di Salazar. Jean Gili, uno dei massimi esperti di cinema italiano, evidenzierà la posizione della critica francese da Cannes a Parigi. Questa sessione pomeridiana dedicata all’influsso che la pellicola ebbe fuori dai confini nazionali, prosegue con l’intervento echi e fortuna de La dolce vita in Unione Sovietica, del regista Andrei Končalovskij. Proseguirà Ellen M. Harrington, Director of Exibitions and Special events Academy of Motion Picture Art and Sciences con Peccato, sensazionalismo e L’Oscar: La dolce vita in America.

Come ogni anno non mancheranno gli eventi che si affiancheranno alla premiazione e al convegno, tra i quali due serate in onore del maestro portoghese (del quale è già stata inaugurata un’ampia retrospettiva nella cineteca comunale della città), venerdì alle ore 21.30 al cinema Corso sarà la volta di Il passato e il presente del 1971 mentre sabato sera verrà proiettato Ritorno a casa del 2001. Un altro evento eccezionale sarà l’inaugurazione, da parte dell’Assessore alla cultura del comune Stefano Pivato, venerdì 14 novembre alle ore 18,30, nel Museo Fellini (in via Clementini 2), della mostra I libri di casa mia: la biblioteca di Fellini in mostra. Oltre duemila volumi della biblioteca personale del Maestro che la Fondazione conserva e che ha deciso di esporre al pubblico tramite un particolare allestimento, visitabile sino al 13 aprile 2009. A questo proposito la curatrice della mostra Oriana Maroni ha spiegato ai giornalisti la genesi dell'evento: "da anni pensavamo di catalogare i libri che Giulietta ha regalato alla fondazione dopo la morte di Federico ma solo ora intrapreso l'opera. Per capire l'approccio del maestro con la lettura abbiamo intervistato i suoi amici e abbiamo raccolto tesi divergenti. Molti dicono che Federico aveva una scarsa attitudine alla lettura e che divenne un grande lettore a causa dell'insonnia. Noi abbiamo analizzato i libri non solo attraverso al catalogazione ma esaminando anche le note che il regista scriveva e addirittura le "orecchiette" nei varie pagine dei libri. Ne è scaturito un lavoro molto interessante che mette in evidenza la passione di Fellini per determinati temi.
(Martedì 4 Novembre 2008)
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