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Una interessante ricostruzione d'ambiente

I gioielli di Maria

Un corto sulle streghe del '500


di Pino Moroni


Il ‘500 per la storia dell’umanità è il secolo del Rinascimento. Una grande rinascita culturale in senso lato di tutte le arti, ma anche una rivoluzione civile, sociale e religiosa che rompe gli schemi oscuri e reazionari del lungo medioevo.

Il corto I gioielli di Maria di Eleonora Pariante, ambientato a Lecce nel 1545, si colloca, con indubbia originalità, nel contesto di una società nuova, ma ancora tradizionalmente oppressiva e punitiva di ogni forma libertaria.
È qui il caso di una libertà sessuale che viene bollata come bassa stregoneria: “Donna di cattive abitudini di vita e di malaffare, donna di amori contro natura, pubblica incantatrice, fattucchiera, autrice di sortilegi, strega, contro la quale si procederà al rogo” recita la sentenza.


Nel film vengono evidenziate con flashback e spostamenti temporali due storie di donne, con la ripetitività di una esperienza di condanna corporale, secondo lo spirito degli Statuti ed il comune sentire della gente.
Ma le due storie si differenziano per lo stato sociale delle due donne. La prima figlia di famiglia altolocata, perde i suoi gioielli ed il suo ruolo civile per assumere un ruolo di potere religioso, come badessa di un convento.
La seconda, di povere origini, si ritrova tout-court a pagare, con una punizione corporale esemplare, il suo atto giudicato contro natura.


Il corto è stato girato con una scioltezza di ripresa che incanta per la sua incisività espressiva ed impressiona con la sua scrittura lineare che sottintende una complessità di significati.
La candida giovinezza della sacrificata al rogo; la forza imperiosa ma umana della badessa; le sentenze che si finalizzano al conformismo imperante; le ragioni di famiglia che regolano la perdita dei beni terreni.
E poi l’entrata in convento come riparazione e premio; il passaggio dei gioielli dal ruolo decorativo a ruolo salvifico; le autorità familiari e religiose che sopprimono le libertà e molto di più.

Nelle bellissime scene dell’Abbazia di Cerrate, della masseria-agriturismo di Porto Cesareo e della sala di Federico II di Leverano, con le luci radenti caravaggesche, gli interpreti, splendidamente vestiti, danno un affresco raffinato del ‘500.


Ma l’estetica cinquecentesca, che sostiene i contenuti, traspare anche dalle inquadrature solari delle bravissime interpreti, a cominciare dalla protagonista Eleonora Pariante che, nell’ultima scena rende una grande interpretazione dolce-amara che resta nel ricordo.

Illuminanti le immagini di una Madonna bizantina che con occhi dolcissimi offre al dolore la sua comprensione ed al fuoco i suoi gioielli, ed uno scorcio di natura pugliese, che si anima di due cavalli, al galoppo, in fuga e, in successiva solitudine silente, apre i suoi panorami ad una universale idea di libertà.

Con una colonna sonora evocativa, composta di canti e musica bizantina.


Lunedì 20 ottobre, al Nuovo Olimpia di Roma
I gioielli di Maria
Un corto sulle streghe del '500



(Mercoledì 22 Ottobre 2008)


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