 La fantascienza sciatta di Mathieu Kassovitz Babylon A.D. Scampoli di azione in un film senza senso
di Roberto Leggio In un prossimo futuro (dovremmo essere nel 2013, nel 2017 o giù di lì), l’est europeo (Russia compresa, ma forse anche tutto l’oriente) è devastato da una guerra totale (civile? etnica? di conquista? tra stati?); un mercenario muscoloso e iperarmato viene incaricato di trasportare una misteriosa ragazza dall’altra parte del mondo (Canada prima, a New York poi), prima che cada in mani infelici. L’accompagna una suora abile nelle arti marziali e un contrabbandiere dagli scopi poco chiari. La missione è fin dall’inizio impegnativa, vuoi per la caterva di nemici (o presunti tali), vuoi perché la ragazza fa gola a molti, essendo portatrice di un segreto capace di cambiare le sorti dell’intera umanità.

Traendo spunto dal robusto romanzo di Maurice G. Dantec, che miscela sapientemente spy story, giallo e fantascienza, Mathieu Kassovitz ha diretto un film d’azione sporcato di science fiction, dove le ridda di domande che la trama rivolge agli spettatori sono destinate a rimanere senza risposta. Tanto che perfino il finale repentino e consolatorio è talmente appiccicato da lasciare delle “voragini” di senso a tutta l’operazione. Kassovitz (che dopo L’Odio, non ha azzeccato più nulla) ha da tempo rinunciato alla paternità dell’opera a causa delle ingerenze della produzione che a lavoro finito, colpevole di aver rimontato e tagliato (il film era da buttare già allora?) parecchie sequenze chiave che avrebbero dato un senso compiuto alla storia. Ma ad ogni modo, oltre le polemiche su chi addossare la colpa del fallimento del film, la sceneggiatura slegata e lacunosa, non salva dall’assoluzione questo peggior pasticcio fantascientifico degli ultimi trent’anni.
Giudizio *

(Mercoledì 22 Ottobre 2008)
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