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Delude l'ultima commedia romantica di Woody Allen

Vicky Cristina Barcelona

Storia di un banale "quadrato" amoroso in salsa catalana


di Oriana Maerini


L’ultima fatica di Allen Stewart Konigsberg, in arte Woody Allen non è uno dei suoi film migliori, anzi, il geniaccio di Manhattan sembra essere caduto/scaduto nella trappola di un film ben confezionato ad uso e consumo dell’ente del turismo catalano. Vicky Cristina Barcelona è, infatti, una pellicola creata intorno al personaggio “Barcellona” con una storia atta ad offrire lo spunto per mostrarne le bellezze. Allen descrive la banale storia di trasgressione vacanziera di due avvenenti ragazze americane (Scarlett Johansson e Rebecca Hall) dentro la cornice romantica e passionale della città. Manco a dirlo c’è di mezzo un seduttore latino (meno male che non ha scelto un torero!). Un passionale e maledetto pittore (Javier Bardem) che usa invitare le ragazze appena viste sul suo aeroplano per tessere un menage à trois. Insomma qui quello che è stato sempre il punto forte della struttura narrativa Alleniana (le turbolenze, le incomprensioni e la mancanza di comunicazione nei rapporti uomo-donna) assume i contorni di una banalità senza limiti che rende il film alquanto noioso. Woody non solo non riesce a strappare sorrisi con questa commedia romantica ma mostra solo cliché.



L’unico punto di forza del film risiede in una sottile e strisciante critica allo stile di vita americano, espresso soprattutto attraverso il personaggio interpretato dalla Johansson diventata, ormai, la sua attrice icona, e il suo alter ego cinematografico. Peccato perché il cast era di tutto rispetto. Bardem conferma, anche in una pellicola così fiacca, la sua verve recitativa e la Cruz, in questa versione isterica nevrotica e fragile, è stata da qualche critico addirittura accostata ad Anna Magnani!
Per tutti i cultori del cinema di Allen Vicky Cristina Barcellona è quasi un pugno nello stomaco.
Viene da chiederci perché il maestro dell’ironia, della leggerezza, della dialettica ingarbugliata ed intrigante (Allen si è guadagno ben 14 candidature all’oscar come miglior sceneggiatura originale e ne ha vinti due con Io e Annie e Hannah e le sue sorelle) sia stato in grado di realizzare un film così didascalico e scontato. E’ forse colpa dell’eccessiva prolificità dell’autore newyorkese o questo film è solo frutto di un’operazione di marketing turistico?
“Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, pensavo solo ad inventare una storia che fosse ambientata a Barcellona perché è una città che amo moltissimo” – ha dichiarato il regista che usa costruire storie intorno alle città. Ma in questo caso la Spagna che ama, di amore corrisposto non è stata una buona musa.

giudizio: * 1/2



(Domenica 19 Ottobre 2008)


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