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Il Castoro di Fernanda Moneta

Spike Lee

Un ritratto affascinante dello ‘Scorsese dei neri’


di Paola Galgani


Nella mitica serie ‘I Castorini’, composta unicamente da monografie di registi, è uscita una riedizione del 1989 -aggiornata fino al film ‘Inside Man’- dedicata a Spike Lee, che ha appena presentato in Italia il suo ultimo lavoro ‘Miracolo a Sant’Anna’ (come sempre, non senza polemiche).
L’autrice Fernanda Moneta, giornalista, filmaker e docente di regia, nella struttura del saggio ricalca lo schema tipico dei Castorini partendo con la prefazione ‘Mo’ Better Spike Lee’ -che fa il verso al film ‘Mo’ Better Blues’- che ripercorre i principali temi della poetica del regista attraverso le sue stesse parole, emerse dalle poche interviste concesse (considerato che Spike ha più volte dichiarato di odiare gli incontri con la stampa quanto l’acqua del mare; e lui non sa nuotare…).
Si parte poi con l’analisi delle opere in ordine cronologico, in ‘Spike Lee, le immagini, i suoni e il sogno afroamericano’: molto spazio viene riservato alle prime opere, cortometraggi compresi, in cui sono evidenziate in nuce tutte le principali tematiche che si ritroveranno nei lavori successivi. Di ogni film, oltre la trama -la cui narrazione è accuratissima ma essenzale-, sono ben esposte sempre in modo molto coinvolgente, ed a tratti anche divertente, le vicende produttive attraverso cui seguiamo anche gli sviluppi della personalità di questo artista: la Moneta delinea con intensità e senza cliché una personalità forte, quasi napoleonica, determinata sin dall’adolescenza a realizzare a tutti i costi il suo, personalissimo, ‘Sogno Americano’. L’autrice riesce con acume inconsueto a penetrare nella vena artistica del regista, seguendo senza mai perdersi la sua vena ispiratrice e gli sbalzi del suo carattere: un esempio della sua attenzione, la connessione tra alcuni cambiamenti di look del giovane Spike con l’adesione, più o meno inconscia, a nuove correnti creative o a ispirazioni nascenti. Nel discorso non mancano riferimenti alla cultura ‘bassa’ come quella televisiva (sono citati telefilm come ‘I Robinson o ‘Grey’s Anatomy’). Nell’esplicare il percorso artistico dello sperimentalismo di immagini, montaggio e musica la Moneta rintraccia poi il legame con la vita vissuta, ad esempio quello tra i personaggi inventati per le varie sceneggiature ed i ricordi e le esperienze personali dell’artista, creando un ritratto molto umano e spiegando con semplicità come si è formato il mito di colui che è molto più che un semplice cineasta innovativo e provocatore che parla di razzismo e violenza , ma piuttosto un simbolo per la sua comunità. Un altro elemento che colpisce l’attenzione del lettore è la costante attenzione per i rapporti familiari molto forti, specie quello tra Spike e la nonna che ha finanziato senza mai arrendersi una buona parte degli ‘esperimenti’ del nipote; la forte fiducia nella famiglia e nell’amicizia viene continuamente sottolineata nel mettere in rilievo come il regista si serva sempre dei familiari (ma col padre c’è un rapporto controverso, ottima materia per Freud..) per le sue produzioni, dalla colonna sonora alla fotografia. Infine, viene raccontata la reazione della società sia americana sia europea all’uscita di ogni film, formando così indirettamente un ritratto impietoso di un’ America bigotta e ipocrita, quella stessa che non concepiva la possibilità del Sogno Americano anche per le persone di colore.
Insomma, un saggio impedibile sia per chi ama visceralmente Spike Lee sia per chi lo conosce ancora poco e cerca uno stimolo per rivedere la sua intera filmografia. Unica nota poco convincente, gli 89 fotogrammi in bianco e nero, piuttosto miseri anche se indubbiamente funzionali al discorso.


Spike Lee
di Fernanda Moneta
Il castoro Cinema, pagg. 180



Presentata la riedizione del "Castoro" di Fernanda Moneta
Omaggio a Spike Lee
A Roma alla Libreria del Cinema


Il regista allo spazio Pool della Mostra veneziana
Spike Lee va in piscina
Per presentare il suo prossimo film



(Lunedì 6 Ottobre 2008)


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