 Fantascienza nera targata Neil Marshall Doomsday Film post apocalittico di puro intrattenimento
di Mirko Lomuscio Insieme a Michael J. Basset (Wilderness) e Christopher Smith (Severance-Tagli al personale), Neil Marshall rappresenta pienamente il nuovo horror britannico e, dopo averci regalato due gioiellini del genere come Dog soldiers e The descent-Discesa all’inferno realizza ora un film di fantascienza. Un genere "nero" che richiama alla mente registi come John Carpenter e George Miller. Doomsday racconta dell'espandersi in Scozia del virus Reaper, una malattia mortale che contagia chiunque. Per isolare la regione dal resto del paese viene costruito un enorme muro che permetterà di lasciare in quarantena tutti i contagiati. Il pericolo sembra sfumato ma, dopo più di vent’anni, il Reaper torna a farsi vivo anche a Londra, proprio quando la popolazione pensava ormai di essere al sicuro. Unica soluzione a tale apocalisse è quella di trovare l’antidoto che si cela proprio tra le mura che isolano la Scozia. Starà all’agente Eden Sinclair (Rhona Mitra), sotto gli ordini del suo superiore Bill Nelson (Bob Hoskins), a portare a compimento la missione assieme ad una squadra di uomini scelti. Ma lì dove andranno caos e morte sono all’ordine del giorno e la missione si rivelerà essere molto più sanguinaria del dovuto.

Da una trama che prende largamente spunto da 1997-Fuga da New York, Marshall tira fuori un’opera insolita della sua filmografia fatta di estrema violenza e situazioni assurde che lasciano un po’ perplessi. Il regista cita a più non posso vari autori che hanno fatto la storia del cinema d’azione a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80. Ed è così che troviamo un’Inghilterra degradata dalla criminalità e le razzie che molto deve al capolavoro carpenteriano, per passare poi a riferimenti al cinema di Walter Hill(I guerrieri della notte in primis) e concludere con un inseguimento tra le lande scozzesi figlio dei vari Mad Max. Aggiungeteci anche due personaggi che si chiamano Miller e Carpenter e il gioco è fatto: nasce un film post apocalittico che magari di difetti ne ha abbastanza ma che, in quanto ad intrattenimento, funziona abbastanza bene. La violenza è ad altissimi livelli, tanto da ricordare un Paul Verhoeven all’ennesima potenza, ed è l’unico elemento altamente horror di tutto Doomsday. Fuori luogo e gratuita risulta, poi, la parentesi medioevale che propone Malcolm McDowell (Arancia meccanica) abbastanza ridicolo nel ruolo di imperatore. Per il resto il film di Marshall intrattiene quanto basta grazie anche all'ottimo ritmo dato dal montaggio di Andrew MacRitchie (Sahara). Sul fronte degli attori registriamo La Mitra (Shooter) che si fa notare almeno per il suo fascino e le sue forme atletiche, mentre Hoskins (Danny the dog) fa da secondario di classe mettendo al servizio del film la sua grande esperienza da attore. In conclusione è ben accetta questa parentesi in calo minore di Marshall, ora però attendiamo il suo prossimo progetto, sperando che sia un horror all’altezza dei suoi precedenti film.
giudizio: * *

(Mercoledì 6 Agosto 2008)
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