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Se il pianeta si ribella...

E venne il giorno

Fiaba metaforica sui danni alla natura


di Roberto Leggio


Il pianeta è il nostro bene più prezioso. Ci ha partorito, cullato, nutrito, cresciuto, dandoci la possibilità di sfruttare la sue bellezze. Ma col passare dei secoli, grazie anche alla nostra miopia ci siamo messi di buona lena a distruggere sistematicamente l'ambiente, linfa vitale della nostra sopravvivenza. E Venne il Giorno, thriller ambientalistico/ecologico, prende l'avvio con la pensantezza da film di fantascienza anni '70. In una giornata normale, gli esseri umani iniziano a suicidarsi. Non uno, ma a centinaia... forse migliaia. Sulle prime si pensa ad un elaborato attentato terroristico, ma col passare delle ore, prende sempre più piede l'ipotesi che le piante, in una sorta di vendetta, diffondano nell'aria una neurotossina capace di disinibire le funzioni cerebrali degli esseri umani, facendo saltare l'istinto di conservazione. Il centro della vicenda è una coppia in crisi, in fuga con la figlia di amici, verso un "nulla" salvifico, mentre gli attacchi si fanno sempre più forti. Il fenomeno colpisce il nord-est degli Stati Uniti, ma forse sta coinvolgendo il mondo intero.


E’ palese che la metafora è relegata nella paura di essere inermi nei confronti di un evento incontrollabile. Ma non solo... Nella sua struttura, il film essenzialmente parla della ribellione della natura sull’uomo. Ma è solo uno spunto per raccontare molto altro: la paranoia, l'incognita del futuro, la paura del diverso, nel modo in cui i rapporti, anche i più intimi, vengono devastati dall’insicurezza.... M. Night Shyamalan si lascia andare e senza freni dirige il suo film più inquietante e sanguinario. Non lascia nemmeno una speranza, tanto che per la prima volta rinuncia al finale a sorpresa (marchio di fabbrica che ribaltava la prospettiva di tutti i suoi lavori precedenti) e perfino l'happy end. Come a dire: siamo responsabili e difficilmente ne usciremo. E Venne il Giorno, è un apologo crudele sulla salute della terra e sul futuro dei nostri figli. Destinati, con molta, probabilità, a dover sopravvivere in un pianeta ormai diventato ostile.

Giudizio ***

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(Venerdì 13 Giugno 2008)


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